Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Pensioni, il Governo vara lo scalone

Fonte: L'Unione Sarda
11 giugno 2010


Dal 2012 le statali potranno lasciare il lavoro solo a 65 anni

Donne in pensione a 65 anni nel pubblico impiego a partire dal 2012. La decisione del Governo è arrivata ieri e sarà inserita nella manovra.

 Donne statali in pensione di vecchiaia a 65 anni dal 2012, con un salto diretto. L'Italia risponde così, attraverso l'innalzamento secco, alla richiesta dell'Unione europea di anticipare l'equiparazione dell'età pensionabile nel pubblico impiego tra uomini e donne. Il Consiglio dei ministri ha infatti dato il via libera alla soluzione dello scalone unico, che porterà in un colpo solo dagli attuali 61 a 65 anni, a partire dal primo gennaio 2012, l'età di pensionamento delle dipendenti pubbliche. La norma sarà introdotta nella manovra economica, con un emendamento del governo, e riguarderà una platea stimata di 25 mila donne, fa sapere il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. «L'impatto effettivo è molto contenuto», sottolinea.
I CONTI Anche sui conti l'effetto sarà limitato: si tratta di 1,45 miliardi di euro in dieci anni, da oggi al 2019. Risparmi che, in ogni modo, saranno destinati alle politiche di conciliazione tra lavoro e famiglia. L'intervento «non servirà a fare cassa», ribadisce il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta. Il nuovo meccanismo, che appunto non prevede fasi intermedie, consentirà comunque di “salvare” coloro che avranno maturato i requisiti entro il 2011. La norma, spiega infatti Sacconi confermando l'inserimento di una clausola di salvaguardia, «consente di certificare il diritto maturato dalle donne entro il 31 dicembre 2011, in modo che anche restando al lavoro possono conservarlo e farlo valere in qualsiasi momento successivo al primo gennaio 2012». Già oggi per le lavoratrici pubbliche l'età media di uscita è di 62 anni e tre mesi.
LA FUGA Ma la manovra contiene misure che regolano le “finestre” di uscita e che rischiano di provocare una fuga verso la pensione di molti dipendenti pubblici. Secondo simulazioni tecniche, un'ipotetica fuga di 100 mila statali uomini e donne, oltre i 90 mila fisiologici annuali, considerando l'introduzione di una finestra unica di 12 mesi e il pagamento rateale delle liquidazioni potrebbe costare oltre 10 miliardi di euro l'anno. I benefici per lo Stato sarebbero, invece, pari a 4 miliardi in meno di stipendi pagati l'anno. In ogni caso, l'innalzamento dell'età «non riguarda in alcun modo il settore privato», assicura Sacconi.

11/06/2010