MARTEDÌ, 08 GIUGNO 2010
Pagina 1 - Cagliari
I lavoratori di VOL2 continuano l’occupazione, stipendi ancora bloccati
LAVORO Chiesto un incontro urgente a Cappellacci; i vertici del Pd in azienda; le garanzie del candidato Farris
CAGLIARI. Due settimane di occupazione “garantita”, poi anche la buona volontà e la passione dei 476 dipendenti di VOL2 potrebbe esaurirsi, soprattuto se gli stipendi di giugno rimarranno ancora bloccati in banca. È questo lo stato d’animo che si respira nella sede del call-center più grande della città, in via Montecassino, dove prosegue l’occupazione da parte dei dipendenti.
«Ci aspettavamo la presenza della società, come avveniva regolarmente il lunedì, per programmare l’attività e le caratteristiche degli interventi, ma siamo rimasti soli. Secondo noi gli attuali proprietari (legati agli imprenditori Sebastiano Liori e Claudio Marcello Massa) dovrebbero farsi da parte per manifesta incapacità e le istituzioni, Regione in primo luogo dovrebbero impegnarsi per sostituirli con altri che abbiano capacità finanziarie e credibilità per mandare avanti questa azienda. Noi comunque non ci arrenderemo facilmente e il possibile incontro per la prossima settimana con Cappellacci ci fa ben sperare».
Ieri i lavoratori hanno ricevuto la visita del segretario regionale del Pd Silvio Lai e della deputata Amalia Schirru. Il parlamentare ha illustrato per sommi capi l’interrogazione che sarà presentata questa mattina al governo dove si chiede conto delle iniziative annunciate da Palazzo Chigi per bloccare il crollo aziendale (dopo quello societario) di diverse società del settore. Ma le responsabilità dell’esecutivo non riguardano solo il passato prossimo, quanto piuttosto l’inizio di questa legislatura: due anni fa, quando l’ex ministro del lavoro Cesare Damiano cedette le responsabilità del Welfare all’attuale ministro Maurizio Sacconi, erano ancora in piedi le circolari nelle quali si chiedeva agli uffici periferici del ministero informazioni dettagliate sulle caratteristiche dei call-center e sui contratti applicati. Allora la volontà del governo era quella di garantire l’applicazione generalizzata dei contratti nazionali collettivi di lavoro, anche in quelle realtà di 20,30 persone sinora escluse da questa pratica. Successivamente il ministro Sacconi ha cambiato opinione e ha ritenuto comunque applicabili i contratti a progetto, che hanno provocato due fenomeni quasi opposti: hanno rafforzato patrimonialmente le aziende, o solo ritardato il momento del crac, ma hanno impoverito i lavoratori, il cui costo-ora è calato in media da 18 euro l’ora a 13. In questo scenario si sono inserite le piccole aziende di call-center operanti in città e nell’hinterland, con una ventina di dipendenti ciascuna, che usano per sopravvivere proprio i contratti a progetto: sono aziende che operano per realtà commerciali a loro volta molto piccole, come mobilifici o centri all’ingrosso di alimentare o prodotti per la casa, che fanno campagne di promozione. I call-center, spesso non conosciuti anche dal sindacato, hanno un ciclo di vita molto breve, con un turn-over di operatori elevato.
Sulla vertenza ieri è intervenuto anche il gruppo di Sel in consiglio reginale, con Luciano Uras, che ha chiesto un intervento urgente del presidente Cappellacci, e il candidato del Pdl per la Provincia Giuseppe Farris, che ha parlato di possibile «sinergia istituzionale, fra il governo di Roma, la Regione, il Comune di Cagliari e la prossima Provincia che sfrutteremo positivamente per rafforzare azioni di intervento concrete sui problemi del lavoro. Posso garantire a tutti i dipendenti di Video on Line 2 il mio assoluto impegno e la massima disponibilità ad individuare su un tavolo di confronto allargato a sindacati e lavoratori una via di uscita immediata».(g.cen.)