Rassegna Stampa

Il Sardegna

Sotto il diluvio di bollette pazze Abbanoa non ritira le ingiunzioni

Fonte: Il Sardegna
4 giugno 2010

Viale Diaz. Centinaia di persone in fila per pagare o contestare fatture di 10 anni fa, anche se sono prescritte

Nel mirino della società pubblica soprattutto gli anziani. Il rischio è di restare a secco 

Roberto Murgia cagliari@ilsardegnablu.it

Centinaia di cagliaritani a far la fila con ricevute e bollette vecchie di anni. Tutti convocati da Abbanoa negli uffici riscossione di viale Diaz, convinti da ingiunzioni di pagamento dal contenuto ultimativo. La società parla di «sollecito delle posizioni insolute della città di Cagliari, relativamente a fatture emesse dal 1998 al 31 dicembre del 2009». Nello stesso tempo un avviso in viale Diaz avverte della possibilità di eccepire la prescrizione nel caso siano trascorsi più di cinque anni dalla data della bolletta.

AVVISI RIVOLTI il più delle volte a persone anziane che forse non conoscono o non capiscono il principio della prescrizione, e che quando chiedono delucidazioni si sentono rispondere deve compilare un modulo. Che si tratti di 4 euro o 136 poco conta: bisogna dimostrare di non avere debiti con il gestore unico dell’acqua, anche se i crediti vantati risalgono a vent’anni fa. Il caos va avanti da martedì scorso: dieci giorni di sovraffollamento davanti agli sportelli dell’ufficio gestione incassi diviale Diaz. «Ci sentiamo violentati », ha detto ieri Nicola Marongiu, 74 anni, uno degli utenti chiamati a pagare bollette vecchie di anni: «Io mi son trovato tutte le fatture, tranne una. E oggi ho provveduto ad estinguere il debito». Dietro di lui, ieri, un centinaio di persone: «La maggior parte a protestare perché la bolletta contestata l’avevano già pagata. Ma in tanti, soprattutto i più anziani, alla fine vengono presi per stanchezza e pagano, nonostante siano sicuri di aver già provveduto in passato. Tutto questo ha continuato – non succede con l’Enel o con la Telecom ma solo con Abbanoa. E il principio è identico a quello che muove il business degli autovelox: queste persone vogliono recuperare soldi. In qualsiasi modo».

ABBANOA, DA PARTE SUA, per voce di chi lavora a contatto col pubblico, avrebbe motivato il caos col fatto che della riscossione e della fatturazione si occupano cinque società diverse che inseriscono dati alla rinfusa, senza alcuna coerenza. I database in questo modo impazziscono e a farne le spese sono gli utenti che si vedono recapitare raccomandate con ricevuta di ritorno dal tono inquietante, ingiunzioni di pagamento con tanto di avviso di sospensione del servizio e recupero coattivo del credito: «Qualora avesse già provveduto al pagamento delle fatture sollecitate con la presente a noi risultanti ancora insolute - c'è scritto nella notifica tipo spedita ai cittadini dalla società pubblica dell'acqua - le chiediamo di rimettere tempestivamente al settore gestione Incassi, sito a Cagliari viale Diaz 77, il documento comprovante l'avvenuto pagamento (mandati quietanzati, bonifici, c/c postali) con contestuale indicazione del numero della sua utenza, della ubicazione della stessa e di un recapito telefonico ». Altrimenti si resta a secco. Anche se i debiti sono già stati saldati.

Adiconsum: «Non date soldi prima chiedete assistenza»

Il segretario Vargiu
«Questa si chiama vessazione: l'utente non deve essere scocciato. Non è colpa sua se Abbanoa ha dimostrato di non essere in grado di organizzarsi». Così, martedì, il segretario regionale di Adiconsum, Giorgio Vargiu, sulle bollette pazze. Quanto al comportamento da tenere, nel caso in cui la fattura sia già stata pagata, Vargiu consiglia «di sospendere il pagamento e rivolgersi a qualsiasi associazione di consumatori e verificare che quanto richiesto sia dovuto o meno», ha concluso il segretario di Adiconsum