Era l'anno 1237 quando l'Orda d'oro invase i principati russi. Fu l'inizio del dominio dei tartari di cui narrano le byline intonate dai cantastorie. E da due di questi antichi canti epici della tradizione russa nasce “La leggenda della città invisibile di Kitez e della fanciulla Fevronija”, dramma mistico in quattro atti su libretto di Vladimir Bel'skij e musica di Nikolaj Rimskij-Korsakov. Allestimento originale del Teatro lirico di Cagliari, in coproduzione con il Teatro Bolshoi di Mosca, è un'opera rara qui in Italia, dove, chi volesse ascoltarla, trova solo un'originale registrazione integrale del 1956. Il tempo ne ha offuscato il ricordo. Ma quando venne rappresentata per la prima volta, il 7 febbraio 1907, al Teatro Mariinskij di Pietroburgo, fu salutata come un capolavoro e Prokofiev raccontò che l'applaudì «fino ad averne le mani indolenzite». Con il suo ingarbugliato intreccio di credenze pagane e fede cristiana è di sicuro uno dei tentativi più complessi di interpretazione della religiosità paleo-slava. Anche se poi le byline sono lo spunto e quella di Kitez è in fondo solo una favola. Di storico restano i nomi dei sovrani e l'invasione nemica. Nella raffinata decadenza della Pietroburgo del primo '900, Rimskij-Korsakov fonde i racconti dei cantastorie con prestiti wagneriani e i colori musicali del folclore russo. Qualcuno ha definito “La leggenda della città invisibile di Kitez” il Parsifal russo mettendo l'accento sulle assonanze wagneriane. Rimskij-Korsakov attinge liberamente da tutte le eredità del suo tempo: da Wagner e i suoi incantesimi della foresta, dalle radici russe secondo l'insegnamento di Glinka dando vita a una delle opere migliori della scuola nazionale russa. Il personaggio principale è la vergine Fevronija che vive nella selva tra fiori e animali. Di lei si innamora Vsevolod, figlio del principe di Kitez, che manda i suoi messaggeri per condurla a corte. Ma il corteo nuziale di Fevronija, dove non manca persino un orso ammaestrato e un vecchio suonatore di gusli, è catturato dai tartari che percorrono le terre russe alla ricerca proprio della città di Kitez con le sue quaranta chiese d'argento e oro tempestate di gemme. E niente può l'esercito guidato da Vsevolod. Restano vivi soltanto Fevronija, contesa dai vincitori, e l'ubriacone Griska Kuter'ma che svela il segreto della città. Ma i tartari non riescono a catturare Kitez perché, sollevata dalle ali degli angeli, viene posata in fondo al lago lucente dove Fevronija ritroverà il fidanzato e potrà riunirsi a lui nelle nozze delle anime beate.A Cagliari l'opera, rappresentata in versione integrale e in lingua originale russa con sopratitoli in italiano, si affida all'Orchestra e al Coro del teatro lirico, guidati del direttore musicale del Bolshoi Alexander Vedernikov, e a una compagnia di canto in cui spiccano i nomi di Vitaly Panfilov/Roman Muravitskij (Principe Vsevolodov), Tatiana Monogarova/Tatiana Smirnova (Fevronija), Mikhail Gubskij/Vitalij Tarashenko (Griška Kuter'ma). Si inizia stasera alle 20, si replica domenica 27 alle 17, martedì 29, mercoledì 30 e venerdì 2 maggio alle 20 e infine domenica 4 maggio alle 17.GRECA PIRAS 24/04/2008