Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Stadio? Era tutto un bluff»

Fonte: La Nuova Sardegna
31 maggio 2010



Dopo il tramonto degli Europei, nuove divisioni in maggioranza



ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. «Noi l’avevamo previsto. La vicenda del nuovo stadio è stata un bluff sin dall’inizio e la possibilità, poi svanita, degli europei è stata strumentalizzata», affermano i consiglieri comunali Lino Bistrussu (Riformatori) e Paolo Casu (Udc). Critico sulla gestione della questione-stadio anche Massimiliano Tavolacci (Udc).
«Ora lasceremo passare questi pochi giorni elettorali, poi chiederemo conto al sindaco Emilio Floris di come è stata gestita tutta la questione dello stadio», sottolinea Tavolacci, che a suo tempo aveva firmato un documento in cui si chiedeva al primo cittadino di andare avanti nella strada del nuovo impianto sportivo in accordo col Cagliari calcio. «Non dimentichiamo - precisa Tavolacci - che poi c’è stato anche un pronunciamento della maggioranza dell’assemblea comunale per chiedere che la Giunta si muovesse in questa direzione». Successivamente la Giunta ha approvato una delibera che apriva la strada all’accordo con Massimo Cellino in qualità di presidente del Cagliari calcio. «Ma ora - precisa Bistrussu - vi sono voci, tutte da verificare, sul fatto che Cellino punti, per il nuovo stadio, a Elmas. Ma si tratta probabilmente del solito tira e molla. Non si può cedere il diritto di superfice gratuitamente. A Torino è stato pagato 24 milioni».
La questione-stadio sta facendo riesplodere le divisioni all’interno della maggioranza. Con Tavolacci e Ugo Storelli (capo gruppo di Forza Italia) che puntano all’accordo col Cagliari calcio e alla realizzazione del nuovo impianto da farsi tramite la concessione del diritto di superfice. Mentre Bistrussu ha sempre sottolineato che «non si devono fare regali» e Casu che «non è possibile demolire (come previsto nell’accordo) il vecchio stadio, valutato 50 milioni, per far posto al nuovo. Oltre al fatto che si tratta ormai di un bene identitario che appartiene a tutti».
In più: il consiglio comunale, sottolinea Ninni Depau «è stato tenuto fuori da tutte le decisioni più importanti, compreso l’accordo col Cagliari calcio». Ma il problema centrale, continua Depsu, «è che manca un progetto e come sempre si naviga a vista, anche in questo settore». Casu già un anno fa presentò un ordine del gionro in cui chiedeva che l’attuale stadio di Sant’Elia venisse salvaguardato e inserito tra i beni identitari «in quanto rappresenta una fetta importante di storia non solo dello sport, ma anche del costume e della cultura della Sardegna». E chiese che venisse conservato anche per un utilizzo legato ai grandi eventi. «Un aspetto - continua Casu - che ancora non è stato spiegato è perchè la realizzazione di un nuovo impianto sportivo debba per forza significare la demolizione di quello esistente. Oltre al fatto che la rimozione avrebbe un costo altissimo». Non «è possibile - ribadisce Depau - che su un argomento così importante l’assemblea venga tenuta ai margini. Ma ora tutto viene rimesso in discussione perchè è venuto meno l’elemento “ideologico”, gli europei. E rivengono a galla tutte le carenze».