Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Statali in fuga per salvare la pensione

Fonte: L'Unione Sarda
31 maggio 2010

Il boom di richieste all'Inps rischia di creare un picco di spesa pubblica nel 2010

Ma il governo cambia il decreto: nel mirino solo i manager

 Boom di richieste all'Inps per lasciare il lavoro. I dipendenti pubblici temono la stretta.

 Corsa contro il tempo per evitare la stretta della manovra economica: in queste ore molti dipendenti pubblici, ma soprattutto alti dirigenti, stanno presentando la domanda per andare in pensione nella speranza di poter riuscire a vedere accolta la domanda prima della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del decreto legge contenente gli interventi del governo. A preoccupare, in particolare, la rateizzazione fino a tre anni della liquidazione. Ma, in attesa che il testo del decreto venga firmato, la norma è cambiata ancora: la rateizzazione della buonuscita rimarrà solo per gli importi superiori a 90.000 euro, in pratica per i dirigenti. Gli altri riceveranno il pagamento in un'unica soluzione.
LE RICHIESTE Così è boom di richieste per lasciare il lavoro. L'impennata si registra negli enti pubblici non economici: all'Inps si sarebbe superata quota mille, all'Inail sarebbero più di 200 solo tra i dipendenti, sei tra i direttori generali, e richieste sarebbero state presentate anche tra i dirigenti di seconda fascia; all'Inpdap (proprio l'ente di previdenza dei dipendenti pubblici) siamo a circa una settantina. Moltissime domande anche tra professori universitari e magistrati. In ambienti ministeriali si fa notare che se si proiettano questi numeri sul totale delle pubbliche amministrazioni si avranno alla fine dieci mila domande inattese: dunque, 10 mila liquidazioni in più da pagare.
I RISCHI Il vicepresidente della commissione Lavoro di Montecitorio, Giuliano Cazzola, esperto di previdenza, sottolinea i rischi. «Se non ha messo in conto tra i risparmi indiretti l'esodo», afferma Cazzola, «il governo si troverà nel 2010 ad avere un picco di spesa per far fronte al tfr». A questo punto, sottolinea, «avrebbero fatto bene a mettere nel 2010 delle norme che intervenivano sulle finestre».
LO STRESS Ma c'è di più. La manovra 2010 elimina - se approvata nella forma attuale - una norma che protegge i dipendenti pubblici dal rischio stress: l'allarme viene lanciato dal Palazzo di Giustizia di Torino e si riferisce al comma che annulla una serie di obblighi a carico dei datori di lavoro. Il testo unico delle leggi sulla sicurezza sul lavoro prevede che dal prossimo 1° agosto i titolari delle imprese svolgano una valutazione dei rischi «da stress lavoro-correlato», indicando anche quali misure di prevenzione vengono adottate in azienda. L'articolo 8 della manovra («risparmi di spesa»), al comma 12, afferma che questi obblighi «non si applicano alle amministrazioni pubbliche». «Questo», commenta il procuratore Raffaele Guariniello, «crea una discriminazione tra aziende pubbliche e private e tra gli stessi lavoratori».

29/05/2010