Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

“Puritani”, amore e guerra

Fonte: L'Unione Sarda
31 maggio 2010

Lirica. Domani al Lirico di Cagliari il capolavoro di Vincenzo Bellini prodotto con Bologna e Palermo

Grande protagonista è Mariella Devia, Elvira

 Se il Va' pensiero è oggi rivendicato dai lumbard come il proprio inno, la cabaletta Suoni la tromba, e intrepido dai Puritani di Bellini per anni è stata considerata dagli indipendentisti l'inno nazionale siciliano. È solo una curiosità, ma dà la misura dell'importanza di un'opera che fin dalla prima rappresentazione, a Parigi nel 1835, si è ritagliata un ruolo di primo piano. E questo a dispetto, o forse anche grazie, al virtuosismo assoluto richiesto alle voci.
Melodramma serio in tre parti su libretto di Carlo Pepoli, ispirato a un romanzo di Walter Scott, i Puritani chiude il X Festival di Sant'Efisio con un allestimento realizzato dal Lirico di Cagliari in coproduzione con il Massimo di Palermo e il Comunale di Bologna.
A farne un evento, a partire da domani alle 20,30, è certo la presenza di una grande interprete del belcanto come Mariella Devia nelle vesti di Elvira, mentre John Osborn è Arturo. Ma al di là delle aspettative legate ai nomi degli interpreti che saranno in scena con l'Orchestra e Coro del Teatro guidati da Ramon Tebar, resta l'aspettativa per una delle opere più significative del patrimonio nazionale.
Opera con idee melodiche felici, I Puritani ha momenti improntati a un lirismo tipicamente italiano. Eppure con quest'opera Bellini sperimenta un linguaggio musicale aperto alle esperienze francesi, un po' perché ci credeva, un po' per assecondare il gusto del pubblico parigino della prima. Ecco allora tutta una serie di effetti timbrici e dei richiami tematici, proprio come in quegli anni si usava fare nell'opera francese. D'altra parte i riferimenti alla grand-opéra sono espliciti: negli spettacolari quadri storici collettivi, così come nel servirsi di espedienti tipici del genere, come prevedere suoni fuori scena per creare effetti spaziali. Un'impostazione chiara fin dalla prima scena con i richiami del campo militare, il coro guerriero, la preghiera mattutina. Pochi minuti di musica in cui si concentrano i temi dell'opera, da quello amoroso a quello guerriero.
Un'opera che affida il suo ricordo a melodie memorabili. Da "A te, o cara, amor talora", con cui si presenta Arturo, a "Qui la voce sua soave" il cantabile di Elvira che vaga, folle, per le stanze del castello prima della cabaletta "Vien, diletto, è in ciel la luna" con le sue acrobatiche fioriture. Né mancano momenti d'effetto, come la polacca "Son vergin vezzosa", intonata da Elvira, e la cabaletta del duetto di Riccardo e Giorgio, "Suoni la tromba, e intrepido", che il pubblico italiano considerò espressione degli ideali risorgimentali, e a cui arrise un'immediata popolarità. Sebbene la trama, molto articolata e ricca di spunti storico-letterari, non fosse facilissima.
LA TRAMA La storia d'amore fra Elvira e Arturo s'intreccia con lo scontro fra il partito dei Puritani e quello degli Stuart, dopo la decapitazione di Re Carlo I al tempo della guerra civile inglese e della repubblica di Oliver Cromwell. Elvira, figlia del governatore Lord Gualtiero Valton, sta per sposarsi con Arturo Talbot, quando una prigioniera, creduta spia degli Stuart, che sta per essere processata davanti al Parlamento anglicano, rivela ad Arturo di essere la regina Enrichetta, vedova di Carlo I. Per salvarla Arturo decide di accompagnarla nella fuga. Alla notizia, Elvira cade in preda alla disperazione e inizia a vaneggiare. Arturo, sfuggito ai nemici mentre infuria un uragano, torna da Elvira, che ascoltando il racconto delle sue peripezie riacquista la ragione. E, saputo che è condannato a morte, dichiara di volerne condividere la sorte. Ma nel finale giunge un araldo con un messaggio di Cromwell: gli Stuart sono stati sconfitti e per i loro seguaci è proclamata una generale amnistia. Così, tra l'esultanza generale, Arturo può ricongiungersi all'amata.
GRECA PIRAS

30/05/2010