Sant'Elia. L'ex campione replica al presidente rossoblù: quell'impianto non dovrà essere abbandonato
Riva e lo stadio: «No ai regali a Cellino ma niente strumentalizzazioni»
La sua battaglia per salvare lo stadio Sant'Elia non è ancora finita. E, soprattutto, intende continuare a combatterla «libero dalle insegne dei partiti e nell'esclusivo interesse della città e della Sardegna intera». Gigi Riva risponde al telefono dal ritiro azzurro del Sestriere, dove la nazionale di Lippi si prepara ad affrontare l'avventura mondiale in Sudafrica. Infastidito più dalla sua lontananza dall'Isola che dal richiamo del presidente Cellino («quando il Cagliari non giocherà più al Sant'Elia quell'impianto diventerà un tugurio e la gente dovrà ricordarsi che questo si deve all'amministrazione Floris e al gruppo che fa riferimento a Gigi Riva»).
«Avevo in un certo senso previsto che le polemiche si sarebbero riaccese in coincidenza con la mia partenza per i Mondiali», dice l'ex campione. «A me spiace polemizzare a distanza. E per questo avevo invitato il presidente Cellino a un confronto pubblico, che lui ha rifiutato».
LA POLEMICA A dividerli c'è sempre la diversità di vedute sul futuro dello stadio inaugurato nel 1970 e ristrutturato nel 1990: Cellino da anni chiede al Comune l'affidamento del diritto di superficie per demolire l'impianto esistente e costruirne uno di nuova generazione. Riva si oppone, sostenendo che si tratta di una sorta di stadio Olimpico della Sardegna, che deve conservare una capienza importante, rimanendo pubblico, ed essere messo a disposizione per manifestazioni sportive non solo calcistiche. Dopo anni di tira e molla il nuovo e ultimo annuncio del massimo dirigente rossoblù: «Via da Cagliari, costruisco la Karalis arena in uno dei paesi dell'hinterland».
NIENTE POLITICA Dal Sestriere Gigi Riva accoglie la novità con apparente distacco: «Il Cagliari ha tutto il diritto di costruirsi un nuovo stadio ma non può pretendere di ricevere in regalo una struttura che è stata pagata con i soldi di tutti i cittadini - precisa - non sarebbe morale regalare 50 milioni di euro a un imprenditore che era disposto a spenderne 80 per comprarsi il West Ham». Ma il discorso dell'ex colonna della squadra dello scudetto è più ampio: «Non sono a capo di nessun gruppo di contestatori, ancor meno dal punto di vista politico - precisa - sono sempre stato e voglio continuare a essere libero di dire la mia, senza essere inquadrato in schieramenti di destra o di sinistra. Non ho mai permesso a nessuno di strumentalizzarmi. E questo non succederà nemmeno adesso». Poi una promessa: «Credo sia giusto essere coerenti e impegnarsi fino in fondo nelle cause in cui si crede», conclude Gigi Riva. «Il presidente Cellino può stare tranquillo: se anche il Cagliari dovesse andare a giocare da un'altra parte, anche se questo tipo di annunci è reiterato e mai applicato da anni, sarò sempre da pungolo alle amministrazioni di turno perché il Sant'Elia non venga abbandonato e per evitare che diventi una cattedrale nel deserto».
ANTHONY MURONI
28/05/2010