Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Sulla lirica abbiamo difeso l’autonomia»

Fonte: La Nuova Sardegna
27 maggio 2010



Il sovrintendente Pierantoni ottimista dopo l’incontro col ministro Bondi


CAGLIARI. I sovrintendenti dei teatri lirici hanno incontrato ieri pomeriggio il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi per discutere il contestato decreto di riforma delle fondazioni liriche. Uscendo dalla sede del ministero hanno quasi tutti smorzato i toni. Maurizio Pietrantonio, che guida il teatro lirico di Cagliari, ha definito l’incontro «buono», aggiungendo: «Dialogando si trova sempre un punto di accordo. Personalmente ho portato avanti un discorso che è stato condiviso anche da altri e cioè quello delle autonomia gestionali. Nel senso che non siamo tutti uguali, i bilanci non sono tutti uguali. Questo significa che un distinguo, rispetto anche a delle regole generali che vanno rispettate, può essere fatto. Siamo tredici realtà diverse. Credo comunque che il ministro sia molto disponibile a valutare le proposte dei singoli sovrintendenti».
Il ministro - è stato detto - ha confermato la sua disponibilità ad aprire un dibattito, in particolare sul blocco del turn-over e sulla contrazione dei contratti integrativi. Da parte dei responsabili degli enti lirici è stata chiesta una maggiore autonomia «sapendo bene che la situazione in Italia è molto difficile per tutti». Marco Tutino, presidente dell’Anfols, ha invitato il mondo della lirica ad abbassare le barricate: «Il ministro ha ribadito la sua apertura per una modifica del decreto che, come ha ricordato, non era blindato ma aperto non solo al dibattito parlamentare ma evidentemente anche alle opinioni dei tecnici. Vorrei rassicurare il mondo della lirica che era preoccupato di effetti devastanti: non mi sembra che siano nè nelle intenzioni nè nella realtà. È ovvio che siamo in una crisi epocale, globale, dobbiamo adattare i nostri funzionamenti a questa crisi perchè non siamo diversi dagli altri».
Recentemente inoltre molte sono state le proteste anche da parte dei lavoratori della lirica. Se infatti l’ipotesi di modifica fosse passata nella sua forma iniziale, hanno affermato gli operatori, noi avremmo rischiato la chiusura di un settore cosi importante e tipico della cultura italiana, quale è la lirica.