Nuovo stadio. Forse già nel 2011 la squadra avrà una nuova casa dell'hinterland: «A Elmas, Assemini o Sestu»
Cellino conferma l'addio e lancia una sfida per il futuro
Dal settembre del 2011 (dopo 41 anni) i rossoblù avranno una nuova casa: probabilmente a Elmas, anche se nessuna ipotesi è esclusa.
Tra le tante gatte da pelare, il nuovo sindaco (quello che si insedierà nella tarda primavera 2011) se ne troverà una particolarmente fastidiosa. A metà maggio dell'anno prossimo, in sostanziale contemporanea con le elezioni comunali, il Cagliari potrebbe giocare l'ultima partita della sua storia allo stadio Sant'Elia. Dal settembre del 2011 (dopo 41 anni) i rossoblù avranno una nuova casa: probabilmente sarà a Elmas, dove pare che il presidente Cellino abbia deciso di costruire la Karalis Arena progettata dall'architetto Jaime Manca di Villahermosa.
SMENTITE E CONFERME «Chi dice queste cose?». Massimo Cellino nega. Nega e conferma, come è nel suo stile. Conferma che il nuovo stadio del Cagliari sorgerà fuori dal perimetro della città ma smentisce di aver già concluso un accordo con il Comune di Elmas. «Ho detto che sto visionando terreni nell'hinterland - precisa - ad Elmas come a Sestu e ad Assemini. Ma non ho ancora un'idea precisa. So solo che presto la mia società toglierà il disturbo. Così l'amministrazione comunale e il gruppo che ruota attorno a Gigi Riva sarà finalmente contento».
VENDETTA Detta così sa di ripicca. «E invece non lo è - aggiunge - è solo una presa di coscienza: la burocrazia non ci consentirà mai di uscire dall'attuale pantano. Si erano dati un termine per fare il bando di gara a proposito della concessione del diritto di superficie e lo hanno lasciato scadere tre mesi fa. A questo punto devo fare il bene del Cagliari calcio». Ma così si rischia di fare il male della città. Se ne rende conto? «Io fin qui sono stato sin troppo disponibile: ho regalato al Comune il progetto redatto dai miei tecnici perché lo potessero inserire nel dossier da presentare all'Uefa per Euro 2016, mi sono detto disponibile ad accollarmi le spese per la demolizione e il rifacimento dell'impianto. Conscio del fatto che realizzare un'operazione in quel punto della città era anti-economico».
«SARÀ UN VANTAGGIO» Ma il danno che deriverebbe da un nuovo stadio fuori città sarebbe innegabile per Cagliari. «È esattamente il contrario - ribatte ancora Cellino - quando costruiremo il nuovo stadio la città potrà contare su tanti vantaggi: niente più traffico la domenica sera e, soprattutto, un'area come Sant'Elia che tornerebbe disponibile per la pianificazione di un nuovo quartiere da mettere a disposizione dei cagliaritani».
IL RISCHIO La ritiene una prospettiva attendibile? «Con questa amministrazione no - aggiunge, duro, Cellino - ha dimostrato di non essere in grado di prendere decisioni strategiche e la questione-stadio è lì a dimostrarlo. Sa come ho paura che finirà il Sant'Elia quando noi andremo via? Diventerà una cattedrale nel deserto, un rifugio per disperati, un immondezzaio a cielo aperto. E allora bisognerà ricordarsi di chi, siano essi politici o trascinatori di folle, ha contribuito a far sì che quella situazione si verificasse». Ma il trasloco del Cagliari calcio è così vicino? «Entro il 30 settembre saprete tutto - conclude il presidente - un anno sarà sufficiente per realizzare un impianto nuovo di zecca e all'avanguardia».
ANTHONY MURONI
27/05/2010