Graziano milia (centrosinistra)
Presidente Milia, che Provincia lascia, o cercherà di tenersi?
«Non lascio, o cerco di riprendere nulla. In caso di conferma, continuerò nell'opera intrapresa in questi anni. Avevo ereditato un'amministrazione ferma, dove non c'erano politiche legate al sociale, per esempio. Ora ha un ruolo, una posizione di prestigio anche su partite fondamentali come il Porto canale, la free zone. La mia amministrazione, inoltre, ha chiuso tutti gli accordi programmatici».
Anche secondo lei, il confronto fra i candidati sta assumendo toni troppo alti per una competizione locale?
«Lo trovo un tema assolutamente poco interessante, infatti non partecipo a queste diatribe. A me interessano i contenuti».
Si aspettava una frattura nel centrosinistra, ovvero un favore ai rivali?
«Non immaginavo potesse accadere, non penso a schieramenti precostituiti. Quando si parla di amministrare un territorio, lo si deve fare in base a un programma. Chi non è d'accordo, si deve chiamare fuori».
Perché le due coalizioni più forti si presentano spaccate?
«Uno scenario figlio dei tempi, è un momento di crisi della politica. C'è poca partecipazione, un declino che genera smembramenti. La politica sta diventando troppo autoreferenziale».
La sua amicizia con il senatore Massidda fa tremare il Pdl in caso di ballottaggio...
«Sono amico di Massidda, di Palomba, stimo la Demuru, ma non penso che l'amicizia possa determinare queste scelte, il ballottaggio è un'altra storia. Gli elettori votano il migliore o il meno peggio, credetemi».
C'è stato un momento, nella corsa alla candidatura, in cui ha pensato di lasciar perdere?
«No, perché la polemica non riguardava me ma i partiti. Io chiedevo solo un confronto sulle cose, sui temi».
In pillole, cosa resta da fare nel suo programma politico?
«Elenco solo alcuni dei punti: dopo aver aperto il microcredito per le famiglie, avvieremo il microcredito per le piccole imprese, quelle nuove e quelle già esistenti. Abbiamo pronto il provvedimento per le borse lavoro, dirette ai giovani disoccupati, da 10 mila euro, una sorta di progetto Erasmus del lavoro che favorirà nuove iniziative da riproporre nel territorio».
Cagliari, motore della provincia: è una città che cresce o che sonnecchia?
«Una città che non è pensata. Non ha un progetto strategico, è chiusa in se stessa. Ma è una grande risorsa per la Sardegna, se riesce a dialogare con l'esterno. Cagliari deve essere un'occasione di riscatto per l'Isola».
Nel programma dei suoi rivali, si parla soprattutto di lavoro.
«Sul creare occasioni di lavoro, siamo d'accordo tutti. Io ho anche detto come».
ENRICO PILIA
27/05/2010