Il progetto. Il presidente rossoblù, che non smentisce, avrebbe puntato un'area a ridosso dell'aeroporto
Floris: «Faccia quello che crede, noi vogliamo la ristrutturazione dell' impianto che c'è»
Roberto Murgia roberto.murgia@epolis.sm
Ultimo capitolo dell'affaire stadio: il progetto della “Karalis arena” firmato Jaime Manca di Villahermosa potrebbe atterrare a Elmas. Dopo l'avvicinamento a Sant'Elia, prima, a Is Arenas poi, tutto a un tratto, per il presidente del Cagliari Massimo Cellino, sarebbe diventata appetibile - come riportato dal quotidiano Il Corriere dello Sport - «un'area di circa dieci ettari a ridosso dell'aeroporto». Il patron rossoblù non smentisce: «Si tratta di un'ipotesi come altre », si lascia andare. Addirittura avrebbe già comprato i terreni in questione e fonti a lui vicine non negano che la compravendita sia reale. Il sindaco di Elmas, Valter Piscedda, ammette di aver incontrato Cellino: «Certo, ci siamo visti alla festa del Cagliari, abbiamo parlato anche dello stadio. Io gli ho offerto i nostri spazi: anche se non abbiamo terreni pubblici, il territorio ne trarrebbe solo vantaggi ». Quella di Elmas, come scrive Il Corriere dello Sport, rap-presenterebbe «una posizione strategica che consentirebbe alle squadre ospiti e ai tifosi avversari di muoversi con grande facilità, ma anche di decongestionare il traffico in una zona a pochi passi dalla città e perfettamente collegata alla statale 130». La viabilità, dunque: uno dei motivi per i quali, forse, non si è parlato più della realizzazione del progetto di Manca di Villahermosa a Is Arenas. Di certo con l'ipotesi Elmas Cellino sembra aver rinunciato definitivamente a vedere il suo stadio nuovo al posto del Sant'Elia. Anche perché la strada presa dal presidente del Cagliari calcio continua ad essere parallela rispetto a quella percorsa dal sindaco di Cagliari, Emilio Floris. Non si incontrano mai. Mentre il patron rossoblù guarda a Elmas con interesse, solo qualche giorno fa Floris annunciava di voler accelerare l'iter per realizzare del nuovo stadio. Quello di Sant'Elia, «da ristrutturare, o, se necessario, da demolire e ricostruire». «Presto sarà pubblicato il bando e in meno di un anno sarà realizzata la struttura, anche in vista degli Europei del 2016. Il bando è quasi pronto, stiamo affinando alcune questioni per essere sicuri al cento per cento che nessuno abbia niente da eccepire».
DUE STRADE DIVERSE. Il paradosso di avere a pochi chilometri di distanza due grandi arene, col rischio che quella di Sant'Elia, dato che la squadra gioca dove vuole il suo presidente, rimanga vuota. Eppure i due, sindaco e presidente, non sembrano intenzionati a trovare un accordo. Su Cellino interessato a Elmas, Emilio Floris ricorda che «il proprietario del Cagliari calcio è lui, può fare quello che vuole. Noi abbiamo un'idea diversa di stadio: abbiamo già pronto un bando per la ristrutturazione del Sant'Elia». Il governo mette a disposizione 745 milioni di euro per rimettere a nuovo gli stadi delle 12 città candidate ad ospitare i campionati Europei 2016. Per il Sant'Elia potrebbero arrivare alcune decine di milioni di euro.
L'Uefa
Lontano l'incentivo degli Europei 2016
Polemiche interne e batoste dall'esterno. Sul cammino verso il nuovo stadio è arrivato anche il pesante ostacolo della quasi certa bocciatura dell'Italia nella corsa per ospitare Euro 2016. Il rapporto sull'offerta dell'Italia (che ha messo anche Cagliari tra le città potenziali ospitanti) suona come una bocciatura: solo Roma ha uno stadio adatto, tutte le altre città no. Su Cagliari in particolare, oltre alle difficoltà ovvie dovute all'insularita, pesa anche la nebulosa che circonda il progetto del nuovo impianto. Così come stroncato è stato il trasporto pubblico per la gran mole di tifosi e turisti che confluirebbero nell'aera metropolitana. Utile sarebbe, secondo l'Uefa, il collegamento della metro con l'aeroporto, che resta ancora sulla carta. Si allontanano così anche i milioni di euro promessi dal governo per costruire i nuovi impianti.