Molti elettori dovranno votare in via Caboni: la scuola Riva è in ristrutturazione
«Il seggio di via Caboni è troppo distante: fateci votare nella scuola Riva oppure al Dettori o al Martini». A lanciare l'appello al Comune, a una settimana dalle elezioni, sono i residenti delle vie Satta, Alagon, Pitzolo, Cervi e altre nel cuore di San Benedetto. La sezione elettorale a cui fanno capo è la 402, la cui sede naturale è sempre stata l'ex scuola Riva.
LA STORIA I disagi sono incominciati nel 2005, quando nell'edificio di piazza Garibaldi sono partiti i lavori di ristrutturazione. La sezione è stata trasferita nella scuola di via Caboni per le Comunali del 2006, poi al Dettori per le regionali del 2009 e adesso nuovamente in via Caboni, lontano dalla zona di residenza degli elettori. Inevitabili le proteste. «È disdicevole», tuona Lino Usai, 60 anni, residente in via Satta, «che ogni volta che arrivano le elezioni la sede del nostro seggio cambi a seconda di come soffia il vento». Per i residenti, via Caboni è una scelta sbagliata. «È troppo lontana», riprende Usai, «ed è faticoso raggiungerla a piedi perché c'è una salita da affrontare in coincidenza di via Degioannis. Andarci in macchina è ugualmente complicato perché non si trova mai parcheggio. Chiediamo pertanto al Comune di poter votare nella scuola Riva o in alternativa al Dettori (in via Cugia) o al Martini (angolo via Deledda)».
LE LAMENTELE Dello stesso parere Maria Bonaria Muscas, 80 anni, residente in via Cervi. «Ho problemi di deambulazione», afferma, «e non posso raggiungere a piedi via Caboni. Mi auguro che i miei figli possano accompagnarmi in macchina, altrimenti non voterò». Nel rione le lamentele fioccano e la Circoscrizione intende farsi carico del problema. «Avvieremo subito una raccolta di firme», annuncia Giovanni Demontis, consigliere del Pd, nonché elettore della sezione 402, «nel quartiere ci sono tante scuole più vicine di via Caboni che tra l'altro è al di fuori della Circoscrizione 4, dato che appartiene territorialmente alla 5. La gente ha ragione a lamentarsi». ( p.l. )
23/05/2010