Anteprime. All'Alfieri di Cagliari la proiezione del docu-film di Francesco Bussalai
Non sembrava vero vedere traboccante di gente il cinema Alfieri di Cagliari. Presto non sarà più fruibile al pubblico, ma giovedì era così pieno da costringere le persone in piedi, ai lati e qualcuno fuori. Sono arrivati in troppi per la prima proiezione sarda del film documentario Cancelli di fumo di Francesco Bussalai, prodotto dall'Agenzia regionale del Lavoro e fresco di una menzione speciale per il miglior film e del primo premio per la miglior fotografia al Tekfestival 2010 di Roma.
È vero, era a ingresso libero. Ma alla serata non poteva non rispondere una Cagliari matura e una più giovane. Troppo forte la necessità di cuore per alcuni. Altri hanno soddisfatto la curiosità garbata di frugare nei ricordi dei protagonisti della Manifattura Tabacchi della città, nell'omaggio del regista nuorese.
Per Stefano Tunis, direttore dell'Agenzia del lavoro, il documentario marca «una splendida esperienza di lavoro industriale al femminile» esaurita nel 2001, quando la fabbrica chiuse e i lavoratori vennero assorbiti nell'amministrazione pubblica. Una proiezione speciale, inclusiva. Infatti il docu-film, per la prima volta nell'Isola, ha aderito al progetto “Cinema senza barriere”. Grazie a cuffie senza fili, i non vedenti e gli ipovedenti hanno ascoltato il commento di una voce fuori campo durante le sequenze mute dell'opera. Ha plaudito all'iniziativa l'assessore regionale al Lavoro.
«Una vera e propria opportunità di accesso e integrazione sociale», ha detto dal palco Franco Manca che ha sottolineato, da un lato, la valenza che ebbe la Manifattura per il lavoro al femminile in Sardegna e, dall'altro, «l'importanza dell'utilizzo del cinema, un'oasi culturale, per affermare un principio di fondo qual è il lavoro», lavoro necessario a tutti per «costruirsi una vita dignitosa».
E l'opera di Bussolai parla proprio del valore del lavoro, creatore di senso nella vita quotidiana. Un tuffo indietro, a colori e in bianco e nero, dove al protagonista Beppe Martini basta sfiorare i vetri per sentire il rumore delle macchine in moto. Dietro le immagini e i racconti si annidano 150 anni di attività della fabbrica, gli scioperi, la fatica di crescere figli, i ritmi della produzione, le amicizie e naturalmente la confezione delle sigarette. «Come dipendente dell'Agenzia del Lavoro sono entrato in contatto con gli ex lavoratori della Manifattura Tabacchi. Avevo le storie e le potevo raccontare da dentro», la considerazione finale rubata a Francesco Bussolai.
MANUELA VACCA
22/05/2010