Negli ultimi anni gli stabilimenti hanno perso diversi ettari di battigia
Che il mare, dal 2002 a oggi, si sia ripreso quasi tutta la sabbia aggiunta dal ripascimento, non è una novità. Ogni anno circa 10 metri di arenile vengono assorbiti dalle onde e spazzati dal vento. Così può succedere che la concessione del D'Aquila, spalmata su 27.019 metri quadri di demanio marittimo, si sia ristretta. Non poco: «Abbiamo misurato 10 mila metri quadri in meno», spiega Gilberto Picasso, direttore dello stabilimento. Pochi giorni fa una commissione regionale ha misurato l'effettiva «occupazione» del suolo. Lo stesso pool del servizio del demanio marittimo andrà nei prossimi giorni anche al Lido e forse pure negli altri stabilimenti.
IL CALCOLO Il concetto è semplice: la natura nel corso degli anni ha ridotto la superficie delle concessioni, dunque il canone deve essere ricalcolato. «Avevamo 12 ombrelloni per fila, ora ne abbiamo nove e abbiamo dovuto ridurre tutti gli spazi ludici».
LA SCADENZA Nel 2015 poi scadrà la proroga della concessione e l'area verrà riassegnata: «Nel frattempo speriamo che si aprano tavoli tecnici dove poter discutere: chiediamo che vengano messi dei paletti e sia pesato l'impegno di chi ha investito per anni sulla spiaggia, con strutture e servizi». Nel 2015 l'affidamento arriverà attraverso una gara pubblica, e teoricamente potrebbe accadere che lo spazio dove è costruito lo stabilimento venga assegnato a un altro imprenditore, che troverebbe cabine e uffici già pronti. Per evitare questo, Picasso chiama a raccolta tutti gli imprenditori del litorale: «Non hanno senso due o tre consorzi. Ognuno ha sempre guardato al proprio orticello, sbagliando. Invece siamo tutti nello stesso calderone». Per ora dal calderone rimarrà fuori il Lido, visto che la concessione scadrà dopo il 2020: quando la società di Sergio Porcedda rilevò lo stabilimento e programmò gli investimenti, riuscì anche a rinnovare la concessione.
IL PASSAGGIO E se gli stabilimenti balneari, almeno per quanto riguarda le «opere murarie» rimarranno di competenza della Regione, le concessioni demaniali dall'ottobre del 2009 sono passate sotto il controllo dei Comuni. «Nessuno ha ancora pagato per il 2010», fa sapere l'assessore al Patrimonio della giunta cagliaritana Patrizio Mulas, «ma la competenza, formalmente, ci è stata affidata pochi mesi fa».
I cantieri, nel frattempo, stanno per essere inaugurati: a luglio dovrebbero partire i lavori per demolire e ricostruire i baretti. La rivoluzione sarà organizzata in lotti: si inizierà con la prima fermata. Nel giro di 30-40 giorni, queste le previsioni, i chioschi saranno rimodellati secondo i progetti presentati al Suap, lo sportello unico per le attività produttive del Comune, appena una settimana fa. ( m.r. )
22/05/2010