Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Monte Mixi, gli anziani nel regno dello sport

Fonte: L'Unione Sarda
21 maggio 2010

Un rione con poche vie d'accesso: la tranquillità è garantita, in tanti cercano casa da quelle parti

Campi, palazzetti e piscine ma l'età media dei residenti è molto alta

 Poche lamentele dei residenti: «Però pian piano stanno chiudendo troppe attività commerciali».

«Quando non mi vedono, alcuni clienti mi chiamano per sapere come sto». Il racconto di Antonina Sollai, edicolante di via Rockefeller, è una fotografia del quartiere di Monte Mixi: un rione piccolo, con poche strade d'accesso, che è diventato quasi un paese. «Dove regna la solidarietà: qualche giorno fa, quando, all'alba, sono venuta ad aprire, ho sentito rumori sinistri: le guardie giurate, le poche persone che erano in giro a quell'ora, sono rimaste vicino all'edicola per farmi compagnia». Un paese dove tutti si conoscono. «Figuratevi che i clienti quasi mi implorano di non chiudere la domenica. E anche dispiace un po' non essere al lavoro ma ho bisogno di un giorno di riposo ogni quindici di lavoro».
IL PARADOSSO Un quartiere borghese, un quartiere dall'età media decisamente alta. Il paradosso sta proprio qui: in uno dei rioni, forse, più vecchi della città c'è un transito continuo di giovanissimi. Proprio a Monte Mixi ci sono i più importanti impianti sportivi della città: dal Palazzetto al Palaconi, passando per la piscina, il campo Coni e la pista di pattinaggio. Addirittura, proprio in via Rockefeller c'è la sede di una delle società calcistiche più note di Cagliari, il La Palma (che, in teoria, dovrebbe essere l'espressione sportiva di un quartiere limitrofo). «Ed è proprio questa gente», interviene Rita Cambula di Amsicora foto, «che ci consente di tenerci un po' a galla: in questo periodo di crisi, i nostri affari sono calati. Fortunatamente ci sono spesso manifestazioni sportive che portano qualcuno da queste parti».
LE LAMENTELE Gli abitanti sono felici di vivere in queste strade, i commercianti, nonostante tutto, pure. Non a caso, uno dei più noti negozi sportivi cagliaritani si sta allargando di anno in anno, conquistando sempre nuove vetrine. «Io», riprende Rita Cambula, «sono capitata qui per caso: visto che non c'era un negozio specializzato in fotografia nel quartiere, ho deciso di crearlo. E le cose sono andate abbastanza bene: sono riuscita a crearmi una certa clientela che mi permette di vivere». Tutto perfetto? «Macché», protesta Jolanda Zedda, della società Po.Se. che vende tra l'altro bombole, «da quando ci hanno chiuso l'entrata di viale Colombo, i volumi d'affari sono crollati. Alla mia età dovrei essere già in pensione: invece, sono costretta a continuare a lavorare perché, altrimenti, non riuscirei a sopravvivere. E, dopo 35 anni di attività, sono ancora qui. Oltre tutto, adesso che c'è il gas di città, ho sempre più difficoltà».
LA TRANQUILLITÀ Una voce fuori dal coro, a dire il vero. Le lamentele sono molto limitate. «Però», afferma Francesco Melis, mentre acquista il giornale, «un giorno mi piacerebbe vedere la destinazione definitiva del bunker». Anche Giovanni Frau, barbiere di via Rockefeller, ha difficoltà a trovare qualcosa che non va. «Qui ci sto benissimo. Problemi? Magari i parcheggi. Ma dove non si può lasciare l'auto senza difficoltà? Certo, ogni tanto, capita qualcuno che rubacchia o sfonda vetrine. Ma, anche in questo caso, non si può dire niente: alla fine, è una tra le zone più tranquille della città».
LE PROTESTE Sembra quasi il quartiere di una città perfetta. Perché, quando salta fuori un problema, quasi magicamente viene risolto. Monte Mixi è, ormai, abitato da persone di una certa età che vorrebbero trovare sotto casa tutto quello di cui hanno bisogno: sino a qualche anno fa, per esempio, non c'era un ufficio postale. Ora la sede di via della Pineta ha risolto anche questo limite. E allora occorre cercare con il lanternino le cose che non funzionano. «A parte il collegamento con l'asse mediano che non esiste più», interviene Paolo Melis della storica gelateria Carapigna, «le uniche difficoltà sono legate al fatto che, ultimamente, alcune attività commerciali hanno chiuso i battenti: è un peccato che non ci siano più la lavanderia e la macelleria».
I COSTI È il capitalismo, baby. Il quartiere, periferico alla sua nascita, è diventato un luogo particolarmente appetibile. E i prezzi delle case sono aumentati a dismisura. «Eppure», riprende Melis, «alcuni di quei ragazzi che venivano a prendere il gelato trent'anni fa, hanno cominciato ad apprezzare Monte Mixi. E ora che sono diventati adulti cercano di venire a vivere in questo quartiere». Non è facile, ovviamente: soltanto pochi eletti possono permettersi un appartamento da quelle parti. «Non a caso», spiega Rita Cambula, «questo è un quartiere abitato prevalentemente da vecchi, gente che si ritrova a vivere in una casa acquistata tanti anni fa e che ora costa tantissimo». Anche perché il quartiere, comunque, migliora sempre. «Ci sono spazi verdi, movimento di tanti giovani a posto. Francamente è difficile immaginare una situazione più favorevole», conclude Paolo Melis.
MARCELLO COCCO

21/05/2010