Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Robinson Crusoe dopo l’Apocalisse

Fonte: La Nuova Sardegna
19 maggio 2010

«Dissipatio H.G.» al Massimo


ENRICO PAU

CAGLIARI. La voce del protagonista di «Dissipatio H.G.» urla nel deserto. Un deserto non solo geografico o metaforico, ma il mondo stesso, svuotato del genere umano, ridotto a un’unità, l’ultimo uomo del pianeta salvatosi dall’apocalisse. Guido De Monticelli ha tradotto per la scena in modo efficace e rigoroso l’ultimo libro scritto nel 1973 da Guido Morselli, autore incompreso dai grandi editori che lo riscoprirono solo dopo il suo suicidio avvenuto pochi mesi dopo la scrittura di «Dissipatio H.G.». Per spiegare il senso di questo spettacolo, prodotto dal Teatro di Sardegna - debuttato giorni fa al Massimo - sarà utile immaginare una specie di Robinson Crusoe che parli un linguaggio dentro cui si condensano religione, filosofia, scienza e teatro stesso. Un monologo non troppo lontano da certe atmosfere beckettiane. Come in Beckett infatti tutto è già accaduto, più che agire il personaggio è agito, singolare marionetta filosofica svuotata dell’anima, dentro la quale resistono bagliori di ciò che un tempo erano gli oggetti, i pensieri stessi, le ansie umane. De Monticelli si muove nella scena di Barbara Petrecca immaginata come un’isola, abitata dalle belle musiche di Carlo Galante eseguite da Attilio Motzo al violino, Giada Vettori al violoncello e Simone Floris al clarinetto basso. Il suo anonimo protagonista come un naufrago della parola cerca una via d’uscita, ma come si può fuggire da se stessi? L’isola è l’uomo stesso. Dentro la scrittura di Morselli galleggiano i resti dell’ipocondria, paure, bisogno di sacro, conoscenza, desiderio della morte e suicidio. La voce è quella di un profeta biblico. E del profeta De Monticelli ha la complessione fisica e una barba vistosa, la figura importante, ma al suo profeta l’attore e regista regala uno strano stupore, quella singolare ironia che ogni tanto, inaspettata, compare, incongrua ma felice, fra le righe di questo lancinante, erudito, spietato monologo.