Provincia. Cgil, Cisl e Uil: stop alle trattative. I sindacalisti fanno lo sciopero della fame
Salta anche l'accordo sugli scatti del personale dipendente
I sindacati rompono i negoziati con l'Ente sul contratto decentrato, le verticalizzazioni dei dipendenti e l'assunzione dei precari.
«Le promesse non sono state mantenute e le aspettative dei dipendenti e dei precari sono state disattese». Con questa motivazione, Cgil, Cisl e Uil hanno rotto la trattativa con la Provincia per il rinnovo del contratto decentrato, le verticalizzazioni del personale dipendente e la stabilizzazione dei precari. La decisione è stata avallata dall'assemblea dei lavoratori che si è riunita lunedì e ieri la protesta è sfociata nell'occupazione dell'ex sala consiliare della Provincia.
L'OCCUPAZIONE Era da poco passato mezzogiorno quando una delegazione di lavoratori ha fatto irruzione nella sede di via Giudice Guglielmo. Un'azione sostenuta dai delegati sindacali che hanno proclamato lo sciopero della fame a oltranza. Le cause che hanno portato alla rottura del negoziato sono state illustrate dai segretari della Funzione pubblica della Cgil, Luca Locci, della Cisl, Gianni Sainas, e della Uil, Adolfo Tocco. «Venti giorni fa - ha spiegato Locci - era stata siglata l'ipotesi di adeguamento del contratto per i dipendenti. A quel punto la Provincia avrebbe dovuto predisporre gli atti necessari entro 5 giorni, ma a tutt'oggi nulla è stato fatto». Ad oggi «è stata firmata solo l'ipotesi di contratto decentrato per il personale dipendente che prevede 100-200 euro in più al mese - ha evidenziato Tocco - mentre sul versante della dotazione organica nulla è stato messo a disposizione dei sindacati. Per i lavoratori la situazione è difficile perché è difficile campare con 1000-1100 euro».
PRECARI Silenzio anche sul fronte della stabilizzazione dei 141 precari. «Siamo al punto di non ritorno - ha avvertito Sainas - L'amministrazione deve mantenere ciò che ha promesso». Secondo quanto affermato dai sindacati, nell'ultima dotazione organica disponibile, maggio 2009, sono previste 618 unità (fabbisogno) su 458 dipendenti attuali, mentre l'ultima proposta di stabilizzazione dei precari riguarda 111 lavoratori. «Ci troviamo davanti a un'amministrazione sorda - ha concluso Locci - che ci ha lasciato fermi 20 giorni, ma siamo qui ad attenderli per riprendere le trattative». L'auspicio, ha aggiunto Remo Serri (Cisl), «è che dalle parole si passi ai fatti. Vogliamo vedere atti ufficiali, le promesse non bastano più».
PROVINCIA La replica del presidente Graziano Milia non si è fatta attendere. «Sono sconcertato: si parla di un contratto decentrato già siglato, quindi non capisco il motivo della mobilitazione. Iin realtà una spiegazione c'è: è evidente la strumentalizzazione politica su un tema delicato come il lavoro. Non si è mai visto un agire così subdolo da parte dei sindacati che anziché prendere iniziative di questo tipo in campagna elettorale dovrebbero preoccuparsi di difendere i lavoratori. È il loro agire egoistico che rende impossibile la stabilizzazione dei precari».
I CANDIDATI Sulla vicenda hanno preso posizione, in modo diverso, Giuseppe Farris, Piergiorgio Massidda e Federico Palomba.
PAOLO LOCHE
19/05/2010