Pronti i progetti e il calendario: si parte dalla Prima fermata
Il nuovo baretto sarà in legno, unico richiamo ai casotti. Sarà sollevato di 60 centimetri dall'arenile e avrà una veranda e un loggiato.
Il primi progetti dei nuovi baretti sono stati consegnati lunedì mattina al Suap, lo sportello unico per le attività produttive del Comune. Troppo tardi per consentirne la ricostruzione prima dell'inizio della stagione. Significa che sarà un'estate di lavori. Ma, probabilmente, con disagi limitati. Entro due settimane, garantiscono i gestori, tutti gli elaborati saranno pronti.
Da allora sarà attuata la procedura prevista dalle leggi: entro 22 giorni sarà indetta la conferenza dei servizi. Se tutto risulterà in regola, entro pochi giorni il Suap rilascerà l'autorizzazione edilizia. Ma dovrà passare un altro mese per il via libera all'autorizzazione paesaggistica da parte dell'Ufficio tutela del Paesaggio della Regione. Da allora i primi baretti saranno demoliti e ricostruiti entro 30-40 giorni.
Significa che da metà luglio a fine settembre porzioni del Poetto saranno off limits. Niente che possa compromettere la tranquillità dei bagnanti. Solo piccoli cantieri. E non ci sarà il deserto. La cooperativa Poetto Service, che coordina 12 strutture su 20, ha predisposto un piano per lotti.
IL PROGRAMMA I primi a chiudere saranno i baretti della prima fermata. Quando termineranno i lavori si procederà alla demolizione e ricostruzione di quelli tra il Lido e lo Stabilimento dell'aeronautica. A seguire le strutture tra l'aeronautica e l'ospedale Marino, infine dall'ospedale Marino all'Ottagono.
I PROBLEMI Come è noto, i concessionari hanno commesso abusi edilizi e devono demolire le strutture abusive, pena la perdita delle concessioni demaniali. I nuovi baretti devono essere eretti nei 332 metri di perimetro concesso. Come saranno? «Per chiarirlo ci sono voluti 80 giorni, ora ci siamo accordati», racconta Sergio Mascia, presidente della Poetto Service. Si partiva dalle indicazioni del vecchio Piano di utilizzo del litorale. «Ma in conferenza dei servizi, l'11 febbraio, i nostri progetti sono stati respinti», spiega Mascia. «Il Comune voleva imporci un manufatto di venti metri quadrati, in 12 dei quali avremmo dovuto realizzare il servizio igienico. Rimanevano otto metri per la vendita. Abbiamo spiegato ai nostri interlocutori (l'assessorato al Patrimonio e il servizio Edilizia privata del Comune, l'ufficio tutela del paesaggio della Regione, la Asl, la Soprintendenza ai beni architettonici, Abbanoa, l'Agenzia delle dogane, il Suap) che per realizzare le nuove strutture ciascuno di noi deve chiedere un prestito in banca tra 130 e 150 mila euro e che senza la garanzie del fatturato che abbiamo sempre dichiarato non ce lo avrebbero concesso. Per questo era necessario avere almeno 50 metri quadrati: 12 di servizi e 38 per la somministrazione dei monopiatti. Ci siamo accordati. Da allora abbiamo fatto in poche settimane ciò che si doveva fare dal 1986», commenta. «Stiamo lavorando come matti per recuperare il tempo perduto», aggiunge Mascia, «per questo ora chiediamo una corsia preferenziale, compatibilmente con il rispetto della legge»
IL PROGETTO Del progetto è stato definito un prototipo (vedi immagine in alto): sarà in legno con rifinitura in pannelli a persiana, unico richiamo ai casotti. Sarà sollevato di 60 centimetri dall'arenile per contrastare le mareggiate e far passare i sottoservizi, avrà una veranda e un loggiato. I progetti non sono stati presentati tutti perché, spiega Mascia, «vanno cuciti su misura per ogni concessionario».
IL PERCORSO Entro la fine del mese, garantiscono i gestori, i progetti saranno consegnati tutti. Poi si attiveranno le procedure di legge. «Cercheremo di comprimere i tempi al massimo», assicura Ersilia Tuveri, dirigente del Suap. «L'importante è che ciò che ci sarà consegnato sia conforme agli accordi presi in conferenza dei servizi».
Paolo Zoccheddu, capo area Gestione del territorio e responsabile dell'Edilizia privata conferma: «Se saranno coerenti con gli indirizzi concordati, daremo parere favorevole all'autorizzazione edilizia in tempi rapidi». Quanto rapidi? «Non chiedeteci di più. Noi siamo prontissimi», ribadisce Zoccheddu.
I gestori sperano: « Se investiamo quelle cifre, abbiamo bisogno di lavorare almeno d'estate, anche perché a fine agosto dovremo smontare tutto». Gianni Campus, assessore all'Urbanistica, pone qualche dubbio: «Se considereranno i baretti beni identitari, siamo sicuri che ci daranno l'autorizzazione paesaggistica?».
FABIO MANCA
19/05/2010