SABATO, 15 MAGGIO 2010
Pagina 2 - Cagliari
Protesta dei dipendenti dell’ente Lirico contro il decreto del ministro Sandro Bondi
PABLO SOLE
CAGLIARI. ‹‹Gentili signore, gentili signori. I lavoratori del teatro Lirico, professori d’orchestra, artisti del coro, tecnici e amministrativi protestano contro il decreto Bondi ma, per il rispetto che abbiamo nei confronti del pubblico e della musica, gli spettacoli andranno in scena regolarmente››. È stato questo annuncio, scandito ieri da un gruppo di dipendenti schierati di fronte al palco pochi minuti prima di un concerto, ad accogliere gli spettatori accorsi al teatro di via Sant’Alenixedda. Pochi minuti prima, i lavoratori hanno distribuito volantini all’ingresso del teatro per protestare contro i tagli ai finanziamenti che interesseranno la struttura cagliaritana in seguito al decreto entrato in vigore il primo maggio scorso per volere del ministro per i Beni e le attività culturali. ‹‹In sostanza - ha affermato Angelo Cocco, decano dell’ente lirico - la norma da un lato decrementa i contributi e dall’altro spinge i teatri “minori” a cercare degli sponsor che compensino i mancati finanziamenti pubblici. In soldoni, l’ente cagliaritano rischia di sparire››. A Cosso fa eco Gianni Lai, della Fistel Cisl. ‹‹Con il decreto Bondi si bloccano anche le assunzioni e si cancella il turn over fino al 2013. Una norma - ha rimarcato il sindacalista - che non dà prospettive ai lavoratori precari, alcuni dei quali lavorano al teatro lirico da oltre vent’anni››. Ad oggi, nelle casse di via Sant’Alenixedda arrivano dieci milioni dai fondi nazionali e altrettanti da quelli regionali, cui si sommano altri due milioni e mezzo di euro stanziati dal Comune. ‹‹Il decreto - hanno spiegato i lavoratori al pubblico sugli spalti - mercifica e uccide la libera espressione artistica che solo il finanziamento pubblico può garantire. Impone, con forma ricattatoria, la contrattazione nazionale e aziendale, blocca i concorsi e le assunzioni e non garantisce alti livelli artistici. Introduce inoltre nuove forme di precariato e ostacola il passaggio dei contratti a tempo indeterminato. Per questo chiediamo la vostra solidarietà››.