SABATO, 15 MAGGIO 2010
Pagina 1 - Cagliari
«Le tribune vanno tolte a fine stagione o niente autorizzazioni»
Un monumento fragile e da tutelare
ALESSANDRA SALLEMI
CAGLIARI. Niente autorizzazione per gli spettacoli estivi se il Comune non metterà per iscritto l’impegno di smontare le tribune e la data in cui il lavoro dovrà cominciare. L’anfiteatro romano di Cagliari sepolto dal legno delle tribune per spettacoli che in origine pretendevano di attirare un pubblico di 6 mila persone, poi ridimensionato a 3 mila, ha finalmente ritrovato una tutela forte e determinata.
L’obbiettivo del soprintendente Marco Minoja viene dichiarato, ancora una volta: le tribune vanno smontate, al loro posto bisogna trovare una soluzione perché si possano allestire spettacoli di impatto compatibile col monumento. La legge è tutta dalla parte del soprintendente. Intanto sul regime delle autorizzazioni.
Il codice Urbani sui beni culturali, all’articolo 106, parla chiaro: le manifestazioni pubbliche in luoghi di rilevanza archeologica (e non solo) devono essere preventivamente presentate alla soprintendenza archeologica e da questa autorizzate. Senza l’ok di questo ufficio dello Stato non ci può essere spettacolo. E’ sempre stato così ma, è noto, la tutela dell’anfiteatro si è stramata con un accordo equivoco già dall’origine e con interpretazioni sempre favorevoli alle scelte del Comune che ha trattato il monumento romano alla stregua di uno stadio di cemento armato. Con la fermezza, però, il soprintendente vuole imboccare la strada di un accordo, nuovo, sì, che vuol dire chiaro e incontestabile, ma «condiviso». «Il Comune in passato manifestò anche l’intenzione di smontare il terzo anello - continua Minoja - restò un’intenzione perché poi non si arrivò alla firma di un protocollo». Secondo il soprintendente, la vicenda dell’anfiteatro è complessa e le semplificazioni non aiutano ad arrivare al punto sospirato: smontare la legnaia. L’ultima semplificazione sul tema anfiteatro sarebbe il fatto che le tribune sono abusive perché è stata abbondantemente superata la data dopo la quale dovevano essere smontate. «Il problema è che l’accordo originario su questo punto non era così netto. La soprintendenza rilasciò l’autorizzazione perché le opere erano rimovibili e quindi lo considerava un impegno preso, il Comune quando citava la rimovibilità degli spalti intendeva la potenziale possibilità che venissero spostati. Questo - continua Minoja - è stato l’elemento che ha portato le amministrazioni davanti al Tar. Io invece dico: cominciamo un percorso per arrivare insieme a decidere di smontare. La buona notizia è che il percorso è cominciato. Noi abbiamo mandato una lettera, il Comune ha risposto, ho incontrato i tecnici e c’è la volontà di andare avanti, la disponibilità a porre il tema della rimozione delle tribune». Il concorso di idee che il Comune annuncia di voler bandire per far convivere spettacoli e archeologia resta nell’angolo: «E’ un’iniziativa del Comune verso la quale noi abbiamo espresso qualche critica, se ci coinvolgeranno ci pronunceremo».