Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«L'esercito a Cagliari? Sarebbe un bene»

Fonte: L'Unione Sarda
3 luglio 2008

Il prefetto di Cagliari ieri al Comitato per l'ordine pubblico convocato a Nuoro. Allarme clandestini: «Il Cpt di Elmas funziona benissimo»


NUORO «Se il Governo dovesse scegliere di inserire Cagliari nell'elenco delle città in cui usare l'esercito per compiti di sicurezza pubblica non vedo il problema. Anzi, ritengo che sarebbe una cosa positiva, perché in questo modo si potrebbero usare i militari per presidiare gli obiettivi sensibili liberando così risorse umane per il controllo del territorio. Ancora però non c'è nulla di certo, vediamo cosa verrà deciso».
Queste le parole pronunciate dal prefetto di Cagliari Salvatore Gullotta al termine della conferenza regionale delle autorità di pubblica sicurezza che si è svolta ieri mattina nel palazzo del governo di Nuoro. Un evento storico, visto che è la prima volta che l'organismo in cui si tracciano le strategie per garantire l'ordine pubblico nell'Isola si sposta da Cagliari. Una scelta che Gullotta, presidente della conferenza, ha spiegato come un segnale di «attenzione specifica» verso un territorio considerato «tradizionalmente caldo». Il prefetto di Cagliari ha anche parlato del problema degli sbarchi di clandestini nelle coste del Sulcis Iglesiente, respingendo però le recenti accuse dei sindacati di polizia che avevano parlato di situazione fuori controllo. «Possono dire quel che vogliono - ha detto -, ma il centro di prima accoglienza di Elmas funziona benissimo».
Al summit, oltre al padrone di casa, il prefetto di Nuoro Vincenzo D'Antuono, hanno partecipato i vertici regionali e provinciali delle forze dell'ordine, gli altri prefetti sardi e il presidente e il procuratore generale della Corte d'Appello Vincenzo Olivieri e Ettore Angioi. Al primo posto nei punti all'ordine del giorno la lotta alla criminalità, con particolare attenzione alla situazione della Barbagia dove nel 2008 si sono registrati ben otto omicidi, l'ultimo dei quali messo a segno domenica a Onifai. Nel corso della riunione, durata più di tre ore, sono stati esaminati - statistiche alla mano - i fenomeni delinquenziali distinti per aree geografiche. «Il quadro complessivo - ha spiegato Gullotta - è confortante: non ci sono fenomeni di emergenza paragonabili a quelli di altre realtà del Paese. A livello statistico quasi tutti i reati sono in calo, compresi gli omicidi. Mentre i fenomeni droga e l'alcolismo sono sotto controllo».
«Le parole d'ordine - ha proseguito Gullotta - sono cooperazione e sinergia. È necessario che tutte le istituzioni statali, regionali e locali mettano insieme le forze per affrontare e risolvere le varie situazioni, perché nel territorio esiste uno zoccolo duro che origina i fenomeni delinquenziali ed è su questo fronte che occorre intervenire con risposte adeguate e misure calibrate». In Barbagia arriveranno più uomini? «La storia sarda insegna che non sempre questa strategia paga - ha replicato il prefetto di Cagliari -. Occorrono piuttosto attività parallele delle famiglie, della scuola e di tutte le forze vive della società».
Capitolo a parte quello legato alla questione rom, sul quale recentemente l'Arma ha svolto una minuziosa opera di monitoraggio. «L'approccio al problema dei nomadi - ha spiegato sul punto il comandante regionale dei Carabinieri, generale Carmine Adinolfi - deve puntare verso gli adulti, che devono trovare un lavoro o dimostrare quanto meno di cercarlo, e verso i minori, ai quali deve essere data la possibilità da parte dei genitori di frequentare la scuola. Non è tollerabile che i bambini vengano usati per attività delinquenziali, su questo punto eserciteremo un controllo serrato».
Quanto al rischio di infiltrazioni mafiose, specie sul versante del riciclaggio del denaro sporco nelle coste evidenziato da una recente indagine milanese sugli investimenti della 'ndrangheta nei paradisi delle vacanze, il presidente della corte d'Appello Olivieri è stato chiarissimo: «In Sardegna la mafia tradizionale non esiste, bisogna però prestare attenzione alle bande che trafficano droga e che potrebbero via via assumere caratteristiche simili a quelle delle associazioni mafiose». ( m. le. )

03/07/2008