VENERDÌ, 14 MAGGIO 2010
Pagina 2 - Cagliari
Troppe assenze rischiano di far perdere i contributi per l’asilo nido
CAGLIARI. Si chiama «Ore preziose» ed è un contributo economico, prezioso appunto, per aiutare i genitori a conciliare i tempi della vita con quelli del lavoro. La Regione, con i fondi del Por 2007-2013, contribuisce alle spese per l’assistenza e la cura dei bambini di età inferiore ai tre anni. Un sostegno concreto e salutare per i bilanci familiari, considerate le rette degli asili nido. Ma c’è un ma.
La norma sta infatti creando qualche problema interpretativo. Come ben sanno tutti i genitori, i bambini molto piccoli si ammalano con frequenza e questo, in qualche caso, rischia di far perdere una parte delle «ore preziose». Emblematica la storia di una piccolina di due anni, sofferente di tonsille ipertrofiche e per questo soggetta a frequenti e purtroppo regolari assenze dal «nido». La sua mamma lavora, ha i requisiti di reddito per accedere al contributo, però per colpa della tonsillite cronica della sua bambina rischia di perderne una parte. L’asilo nido dove è inserita la bambina ha difficoltà a rilasciare i certificati di frequenza, necessaria per ottenere il contributo, e i Servizi sociali del Comune non hanno dato una risposta chiara. Del caso, che riguarda numerose altre famiglie in tutta la Sardegna, è stato informato con un quesito l’ufficio competente dell’assessorato regionale alla Sanità competente per le Politiche sociali. «La mia bimba - spiega la signora - è iscritta al nido per abbonamenti mensili di quattro o cinque ore al giorno, però frequenta sei ore al giorno facendo un orario ponderato perché ogni mese si ammala con febbre a 40 da due a cinque giorni. Quindi, su venti giorni di frequenza al mese, la bambina riesce a farne alcuni mesi tredici e altri sedici». «Il punto è che la mia iscrizione è mensile ed è sostanziosa - incalza la mamma - e che, invece, il bimbo iscritto per due o un’ora al giorno, se fa quindici giorni ha diritto al rimborso e invece mia figlia no. Tutto questo secondo il nido e secondo i servizi sociali del Comune». «Un’ingiustizia - conclude la mamma - perché il certificato di frequenza è strutturato in modo tale da creare vantaggio ad alcuni e a discapito di quelli che frequentano effettivamente la struttura».