Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Pisanu a sostegno del «ribelle» Massidda

Fonte: La Nuova Sardegna
10 maggio 2010



Il candidato critica Scajola e Verdini: «Non per le inchieste, ma per il no su di me»


Berlusconi aveva scelto me, ma ministro e coordinatore gli hanno fatto cambiare idea, forse per loro io avevo qualche difetto

FILIPPO PERETTI

CAGLIARI. Beppe Pisanu parteciperà alla campagna elettorale del «ribelle» Pier Giorgio Massidda, il senatore che si è presentato a Cagliari contro il candidato ufficiale del Pdl Giuseppe Farris. Ne ha dato notizia lo stesso Massidda, smentendo però di essere fuori dal partito.
L’appuntamento elettorale di Pisanu a sostegno di Massidda per la candidatura alla presidenza della Provincia di Cagliari non è ancora fissato ma sta già provocando nuove tensioni nel centrodestra e soprattutto nel Pdl. Anche perché contemporaneamente si sta aprendo un nuovo caso: la netta presa di distanze di Massidda dai due leader nazionali coinvolti in due inchieste giudiziarie, il coordinatore Loris Verdini e l’ormai ex ministro Claudio Scajola. «Io - dice il senatore - non sono contro di loro per le inchieste, anzi spero che possano dimostrare di essere estranei ai fatti, ma sono loro due che si sono messi contro di me andando di notte da Berlusconi, che aveva appena confermato la mia candidatura, per convincerlo a cambiare nome». Che è appunto quello di Giuseppe Farris, nell’isola sostenuto dal deputato Salvatore Cicu, da sempre vicinissimo a Scajola. «Verdini e Scajola - insiste Massidda - mi consideravano un amico e credo che se ora non sono gradito c’è qualcosa di strano. Vuol dire che avevo dei difetti, ma le conclusioni le trarranno gli altri. Non credo che mi avrebbero chiesto cose irregolari, del resto la mia attività politica e istituzionale è sempre stata trasparente».
Massidda si considera fuori dal Pdl? «Niente affatto, io - risponde - rappresento il Pdl degli elettori e non il Pdl dei dirigenti». E come spiega l’appoggio di Pisanu a un candidato non ufficiale del Pdl? «Pisanu - dice Massidda - non è contro Berlusconi, neanche Berlusconi era contro di me. E infatti saranno in tanti da Roma a sostenermi, si stanno offrendo anche diversi ministri». Non teme ripercussioni? In certi casi, come nelle elezioni, si rischia l’espulsione. «A Berlusconi hanno detto che l’altro candidato vincerà comunque al primo turno. Chi pagherà il conto? Io o chi gli ha detto queste cose?. Credo che Berlusconi stia già cercando di capire cosa è successo».
Massidda è sostenuto da una sua lista civica più Fortza Paris, Destra nazionale, Fiamma tricolore, Democrazia cristiana e Lega Nord Sardinia, mentre Giuseppe Farris è sostenuto da Pdl, Udc, Riformatori, Psd’Az, Mpa, Partito socialista, la Destra Storace e due liste civiche.
Lo scontro è durissimo e avrà sicuramente delle ripercussioni non solo in vista delle elezioni per il Comune di Cagliari (nel 2011 ci sarà l’addio di Emilio Floris dopo i due mandati) ma anche nelle vicende politiche regionali del Pdl. Perché la sfida di Massidda si innesta nel filone del dissenso interno che in Sardegna è nato un anno fa, poco dopo le elezioni regionali vinte da Ugo Cappellacci. Massidda non è mai stato ufficialmente tra i dissidenti, anzi si vanta di aver firmato, nell’ultima direzione nazionale, il documento a sostegno di Berlusconi contro la corrente di Fini. Ma il fatto che il candidato ribelle («però per favore smettetela di chiamarmi ribelle, io sono in sintonia con Berlusconi») abbia decisamente contestato il comportamento dei «quattro che dirigono il partito nell’isola» lo iscrivi d’ufficio nella squadra dei ribelli. Così come sembra essere eloquente il sostegno di Pisanu. Il presidente della commissione antimafia ha sin dall’inizio partecipato alle iniziativa dei consiglieri regionali dissidenti e ha apertamente contestato alcune scelte politiche della giunta di centrodestra.
Come capita nel Pdl a decidere il conflitto interno sarà Berlusconi. Secondo i sostenitori di Farris il premier sarà in Sardegna a sostenere il candidato ufficiale, secondo altri potrebbe decidere di non fare tappa a Cagliari per aspettare l’esito del primo turno.