Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La città raccontata dai bambini

Fonte: L'Unione Sarda
10 maggio 2010

Monumenti aperti. Migliaia di studenti di tutte le scuole protagonisti dell'edizione numero 14 della manifestazione

Sabato e domenica oltre 123 mila visitatori, è il record

Inevitabile sottolineare che non è da città turistica aprire tanti monumenti solo per due giorni e chiuderli per gli altri 363.
«Dietro questa lavagna c'erano i ceci dove i bambini monelli venivano fatti inginocchiare quando si comportavano male».
Nell'aula d'epoca della scuola Santa Caterina, Matilde, otto anni, si muove agile tra le parole imparate a memoria. Assieme ad alcuni compagni di classe racconta ai turisti frammenti dei 102 anni di storia della sua scuola. Riferisce dell'obbligo di stare con la schiena dritta sui banchi, del bidello che ogni mattina preparava l'inchiostro con la caffettiera, dei calamai, delle buste rigorosamente sigillate con la ceralacca con le quali le maestre chiudevano le lettere da consegnare ai bidelli. Ad ascoltarli ci sono anche due ex studenti, anziani: «Sto cercando il mio banco», dice uno.
Dentro questa storia minima c'è Monumenti aperti: riappropriazione della memoria da parte di chi ha vissuto abbastanza, rafforzamento dell'identità collettiva, del senso di appartenenza alla propria comunità. E «stimolare nelle giovani generazioni la conoscenza della propria storia».
PROTAGONISTI Ecco perché i bambini e gli studenti, cioé parte dei 2500 volontari che sabato e ieri hanno accolto gli oltre 123 mila visitatori dell'edizione 2010 (un record) guidandoli alla scoperta di beni archeologici, storico-artistici e ambientali della città, sono stati i veri protagonisti. Germogli di una generazione più aperta, più consapevole della bellezza della loro città, quindi più propensa a rispettarla.
Nei locali dell'ex Seminario Tridentino, il palazzo settecentesco contiguo a quello del Rettorato, Matteo, 12 anni, alunno dell'Istituto comprensivo di Su Planu, illustra in un buon inglese la collezione Piloni a un gruppo di turisti britannici. Giulia, 14 anni, racconta la storia della basilica di Santa Croce a una donna spagnola; Alessandro e i compagni della 5ª A della Italo Stagno scortano sicuri i gruppi di curiosi tra le segrete del Ghetto. In via San Giuseppe, nella sede del Liceo artistico Foiso Fois, sono gli studenti della scuola, i padroni di casa, a rivelare la bellezza dei sotterranei del collegio degli Scolopi, attigui alla chiesa di San Giuseppe, bellissima novità di quest'anno. E sono i ragazzi dell'orchestra della scuola media Colombo a suonare (e bene) Strauss e Diabelli nella Cripta di Santa Restituta.
MILLE INIZIATIVE Monumenti aperti è la città che mette in mostra il meglio di sé, che richiama il passato e non dimentica il presente. “A quaranta metri da terra”, letto dall'attore Giuseppe Miale di Mauro e scritto dal drammaturgo partenopeo Mario Gelardi, co-sceneggiatore di Gomorra, è il racconto romanzato della disperazione degli operai senza lavoro asserragliati sulla Torre dell'Elefante.
“Passato Presente” è la storia di Danilo, il barbiere della Marina che proseguì la sua professione tra le sbarre di Buoncammino, raccontata da Massimiliano Medda nella suggestiva cornice della chiesa di San Lorenzo, in viale Buoncammino.
IL RAMMARICO Inevitabile, a consuntivo, sottolineare il rammarico per il fatto che tanta vivacità, tanta bellezza, è limitata a due giorni. Non è da città turistica aprire tanti monumenti solo per due giorni e chiuderli per gli altri 363. E pedonalizzare Castello solo per due giorni. È la quattordicesima volta, tante sono state le edizioni di Monumenti aperti, che la città rivendica questo diritto. Inutilmente.
FABIO MANCA

10/05/2010