Musica. La singer in concerto questa sera alle 21 al teatro Massimo di Cagliari
Non è una delle tante sophisticated lady dalla vocalità sensuale e melodiosa che affollano l'odierno universo femminile del canto jazz, ma una vocalist espressiva, dotata di originalità, presenza scenica, gusto teatrale: Filomena Campus plana questa sera alle 21 al teatro Massimo di Cagliari e la tredicesima edizione di “Forma e poesia nel jazz” entra subito nel vivo.
La singer di Macomer che da un decennio ha scelto Londra come base da cui lanciare le proprie idee in ogni parte del mondo, arriva con un nuovo progetto dal titolo Jester of Jazz , che proporrà con la complicità di Steve Lodder al piano, in passato al fianco di Paul McCartney e Carla Bley, Duedley Philips al contrabbasso, collaboratore di Robert Wyatt e Billy Cobham, Winston Clifford alla batteria, ex partner di Archie Shepp, Freddie Hubbard, Art Farmer.
«È un progetto nato da poco e la data di questa sera rappresenta una prima assoluta», spiega la Campus. «L'idea del giullare del jazz nasce dalla scoperta del personaggio che divento quando sono sul palco. La musica si lega alla parola con alcune poesie di Benni e Maria Carta che hanno ispirato i testi che ho scritto. Altre fonti di ispirazione riguardano Dario Fo e Franca Rame, Fellini, Wenders, il teatro di Augusto Boal, la danza di Pina Bausch. E naturalmente c'è anche la Sardegna, come nel caso di Sabbia e mirto , dedicata all'Isola e a Cagliari».
Qual è il suo ideale di improvvisazione? Improvvisare è come giocare ma non è un gioco…
«Per me l'improvvisazione è l'essenza dell'arte. Porta a momenti creativi unici, vitali. A volte quando canto mi sembra di trovare l'energia del clown o dei giullari descritti da Fo nei suoi capolavori. Queen of Clowns è dedicata a Franca Rame».
A Londra con chi collabora?
«Dal 2002 ho la fortuna di lavorare con i musicisti jazz più importanti della scena britannica: Evan Parker, Rowland Sutherland, Guy Barker, Cleveland Watkiss, che ritengo la voce più interessante del panorama inglese. Abbiamo in comune l'istinto teatrale».
Mentre in Italia affianca Stefano Benni.
«Ci lega una grande affinità artistica e alcuni suoi testi come Poesia per Franca e Ninna nanna dal Sinis fanno parte di questo progetto. Come Fo, ha il dono di far capire o vedere le situazioni anche più tragiche facendo ridere, sempre con ironia e intelligenza».
Lo scorso anno ha vinto il Premio Maria Carta.
«Ne sono orgogliosa. La sera della premiazione la sua famiglia mi ha donato un libro di poesie di Maria. Stasera ne leggerò una: Ombre ».
Dopo il concerto, la serata proseguirà con il reading Poesie sparse , proposto dall'attore Giuseppe Boy.
CARLO ARGIOLAS
09/05/2010