Viale Fra' Ignazio. Scontro sull'interpretazione dei documenti che certificano l'appartenenza dell'arena
Lunedì sopralluogo di Comune e Soprintendenza. Gli operatori musicali: noi danneggiati
Roberto Murgia roberto.murgia@epolis.sm
Una legge di 146 anni fa e una nota dell'Intendenza di Finanza che risale al 1958. Secondo la prima l'Anfiteatro romano sarebbe della Soprintendenza. La nota del '58, invece, riguarda il trasferimento, dal Demanio al Comune, del lotto Cagliari Buoncammino , Anfiteatro compreso. Ed è guerra sulle carte, con le due parti in causa che prendono per indicative quelle che gli danno ragione. «Il sindaco non l'ho ancora sentito - ha detto ieri l'assessore al Patrimonio, Patrizio Mulas - ma io ho passato la giornata a studiare questi documenti». L'interpretazione che gli piace di più è quella fornita dall'Intendenza di Finanza cinquant'anni fa, anche perché, ha spiegato, «quella del 1863 alla quale si aggrappa il Soprintendente, è una legge che stabilì uno scambio del tutto squilibrato a favore del Demanio ». Incertezze, dunque, che si aggiungono a quelli che mercoledì il Soprintendente Marco Minoja aveva definito in un fax «comportamenti inadempienti da parte del Comune». Oggetto del contendere, le gradinate in legno che poggiano sull'Anfiteatro. Scale abusive dato che le autorizzazioni sono scadute. Le stesse gradinate che il Municipio, nel 2002, aveva proposto di montare e smontare ogni anno, per preservare i resti del monumento. Senza però farlo mai, perché, ha chiarito ieri il presidente della commissione Cultura, Maurizio Porcelli, «si tratta di unn'operazione che ha costi enormi: un milione di euro solo per levare le impalcature». Ma, a sentire lui, questo poco importa: «Dobbiamo guardare al futuro, cercare un punto d'incontro con la Soprintendenza». Come? «Per il momento abbiamo fissato un sopralluogo per lunedì prossimo: parteciperanno l'assessore alla Cultura, Pellegrini, i dirigenti Ada Lai, Mimmo Solina e Raffaele Lorrai, la Soprintendenza e forse anche il sindaco Floris». Tutti alla ricerca di una soluzione. Minoja conferma: «È giusto preservare il rapporto tra i due enti - ha detto - certo la situazione è complessa, costruita com'è su procedimenti che si avvolgono su se stessi».
INTANTO È GIÀ PARTITA la prevendita dei biglietti per i concerti previsti nel cartellone estivo. Quattordici in programma, da Valerio Scanu a Elisa, a De Gregori. Nel fax di mercoledì il Soprintendente invitava il Comune «a valutare l'opportunità di sospendere le iniziative in essere, con particolare riferimento al bando sul concorso di idee». Secondo uno degli operatori coinvolti nell'organizzazione dei concerti, Massimo Palmas, «una polemica del genere, in questo momento, non può che danneggiarci. Perché si dà l'impressione che l'Anfiteatro stia per chiudere. Già oggi nei punti vendita abbiamo registrato una vendita dei biglietti in calo del 50%». «Le gradinate sono abusive perché le autorizzazioni sono scadute. Il resto conta poco»: per Stefano Deliperi di Amici della Terra - Gruppo d'Intervento giuridico, «finalmente, dopo anni, la Soprintendenza ha dato segni di vita».
La chiave
Gaffe di Pellegrini «È solo un rudere»
Il 28 aprile l'assessore alla Cultura, Giorgio Pellegrini, definiva l'Anfiteatro «un rudere, un bel rudere ma pur sempre un rudere».
Prima replica di Minoja
Immediata la risposta del Soprintendente ai beni archeologici, Marco Minoja: «Allora anche il Colosseo è un rudere, solo un rudere».
L'assessore annuncia il bando.
Il giorno dopo la gaffe, Pellegrini annuncia il bando sul concorso di idee per la valorizzazione dell'arena di viale Fra' Ignazio.
Il siluro via fax «L'arena è nostra»
Mercoledì sul Comune si abbatte il siluro di Minoja a forma di fax: «L'Anfiteatro assegnato alla Soprintendenza dal 1962.