Il Soprintendente Minoja: l'arena è nostra, abbiamo le prove
L'area sarebbe stata assegnata al Ministero dell'Istruzione da quello delle Finanze nel 1962.
Nell'eterna guerra tra Comune di Cagliari e Soprintendenza ai Beni archeologici sull'Anfiteatro romano, si aggiunge un altro capitolo, forse il più importante, nascosto dietro una domanda: di chi è la proprietà? Per ora, almeno apparentemente, non c'erano dubbi sul fatto che il monumento realizzato tra il I e il II secolo Dopo Cristo appartenesse al Municipio. Invece ieri, in un fax di tre pagine inviato in via Roma, il soprintendente Marco Minoja sostiene l'esatto contrario. E dice, riportando una nota dell'Agenzia del Demanio di tre anni fa, che l'attribuzione a Palazzo Bacaredda della zona archeologica sarebbe un «grossolano errore interpretativo». Tanto che potrebbero essere chiesti i «danni erariali» e il pagamento dei canoni d'uso per tutti gli anni in cui il Comune ha utilizzato (direttamente o indirettamente, con la concessione alle società che organizzano concerti) l'arena. Ancora: la stagione concertistica dell'estate 2010 dovrebbe essere autorizzata dagli uffici di piazza Indipendenza.
CONCORSO DI IDEE Il casus belli è stata la pubblicazione (lo scorso 28 aprile) dell'avviso per il «Concorso di idee per la progettazione, recupero e valorizzazione dell'Anfiteatro romano». Un bando che secondo l'organo ministeriale dovrebbe essere ritirato, per vari motivi elencati nella lettera. Il primo riguarda le tribune in legno e le autorizzazioni legate alla loro installazione, «ampiamente condizionate da indicazioni poi disattese dal Comune». In particolare la Soprintendenza fa riferimento alla «assoluta removibilità di tutte le strutture» e rileva un comportamento «gravemente inadempiente».
LA PROPRIETÀ Un preludio all'inserimento nella battaglia di un nuovo elemento, quello della proprietà. Scrive Minoja: «Si segnala che la situazione dell'Anfiteatro risulta complicata da una ulteriore questione relativa alla proprietà dell'immobile...che risulta assegnato al Ministero della Pubblica istruzione dal Ministero delle Finanze con verbale di consegna del 19 novembre 1962». Questa cessione arriva dopo una «controversa e quindi negata» ipotesi di passaggio di proprietà a favore del Municipio in base a una legge del 1862. L'allora direttore del Demanio dismise a favore dell'amministrazione «tutte le vie, piazze» eccetera, escludendo gli stabilimenti governativi, Saline, Lazzaretto, porto, bastioni, spiagge e tutto ciò che non può essere di privato dominio».
LA LETTERA DEL DEMANIO Il sovrintendente poi cita una nota (la 4531 del 2007) dell'Agenzia del Demanio di Cagliari, dove viene rilevata «la situazione di profonda incertezza circa la condizione giuridica dell'immobile e la concreta possibilità che la cancellazione dai registri di consistenza dell'immobile a favore del Comune di Cagliari abbia rappresentato un “grossolano errore interpretativo”». Non solo: al Comune, l'ultima volta il 4 maggio scorso, è stato chiesto di dimostrare la proprietà ma le richieste «non hanno avuto alcun esito».
RICHIESTA DANNI Non è finita perché Minoja ipotizza anche che la guerra si sposti sul fronte monetario: «Si sottolinea pertanto la rilevanza di questo aspetto anche per quanto riguarda la valutazione di eventuali danni erariali dovuti alle mancate corresponsioni di debiti canoni d'uso da parte del Comune».
STAGIONE A RISCHIO La stagione concertistica dell'estate 2010 dovrebbe essere avvallata dalla Soprintendenza ai Beni archeologici: «Si resta in attesa di eventuali richieste di autorizzazione per le manifestazioni previste». Tre elementi - proprietà, affitti pregressi e autorizzazione per i concerti -, valutati dall'assessore alla Cultura del Comune Giorgio Pellegrini come una «dichiarazione di guerra».
IL PARERE Nella querelle sulla proprietà Andrea Pubusa, ordinario di diritto amministrativo nell'Università di Cagliari, non si sbilancia - non avendo a disposizione i documenti che alimentano la battaglia tra istituzioni - ma osserva: «In questi casi controversi solitamente si segue il criterio dell'interesse. Faccio un esempio: un monumento ai caduti cagliaritani soddisfa un interesse culturale meramente cittadino, dunque la titolarità del bene è da assegnare al Comune. Ma in un caso come quello dell'Anfiteatro, viene appagato un interesse nazionale, possiamo dire che ha un rilievo tale e un valore artistico e storico che superano i confini cittadini».
Per ora si proverà a risolvere il problema con un faccia a faccia: Soprintendenza e Comune potrebbero incontrarsi nei prossimi giorni (Minoja nella lettera auspica una riunione), ma non è escluso che la vicenda possa finire di fronte a un giudice.
MICHELE RUFFI
06/05/2010