Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'omaggio del Pontefice a Bonaria

Fonte: L'Unione Sarda
6 maggio 2010

La Madonna dei sardi a San Pietro davanti a 450 pellegrini

 Grande emozione sul sagrato di San Pietro per la benedizione della statua della Madonna di Bonaria da parte del Papa. Ad accompagnare il simulacro c'erano i Padri Mercedari e 450 pellegrini sardi.

 DAL NOSTRO INVIATO
GIANCARLO GHIRRA

 CITTÀ DEL VATICANO Era stata a Barcellona un anno fa, ieri mattina la Madonna di Bonaria è arrivata a San Pietro. Non dentro la Basilica, ma sul sagrato, davanti alla facciata rinascimentale della chiesa cattolica più famosa e importante al mondo. Non era sola sulla piazza la statua arrivata dal mare in tempesta nel Golfo degli Angeli seicentoquaranta anni fa. Accanto al simulacro altre tre Madonne hanno assistito all'Udienza generale di papa Benedetto XVI, che alla fine della cerimonia si è recato a rendere omaggio a Nostra Signora di Bonaria. Non era sola, e non erano certo soli i 450 pellegrini arrivati da Cagliari attraversando il Tirreno a bordo della «Moby Otta».

 PIAZZA GREMITA La piazza dell'Udienza generale era infatti gremita da decine di migliaia di fedeli arrivati da ogni angolo del mondo. Non a caso Benedetto XVI ha tenuto il suo severo discorso, dedicato al ruolo dei sacerdoti nella Chiesa, in italiano ma anche in inglese, francese, tedesco, portoghese, spagnolo e in diverse lingue slave. Inutile nascondere che più d'uno dei 450 sardi arrivati con bandiere dei Quattro Mori e doni da offrire al pontefice avrebbe gradito maggior spazio nei saluti alla loro Madonna, a Cagliari e alla Sardegna. «Ma va bene così, sono emozionatissimo - dice padre Luigi Belfiori, ex parroco e rettore del santuario di Bonaria, decano dei Padri Mercedari con i suoi 86 anni - e non si può dimenticare che la Chiesa parla a miliardi di uomini in tutti i Continenti».
Alla fine tutti colgono l'aspetto positivo di una mattinata faticosissima, aperta alle sei del mattino dalla sveglia sul traghetto ormeggiato nel porto di Civitavecchia ormai da tre notti, e conclusa soltanto alle 13 in una piazza San Pietro sulla quale nubi scure hanno minacciato una pioggia fortunatamente limitata a poche gocce. Fra le più deluse Ersilia Diana, arrivata da Masainas con la speranza di consegnare personalmente a Benedetto XVI le offerte di dolci, vini e alimenti tipici dell'Isola. Dalla prima fila riservata a quanti, come lei, sono costretti dalla disabilità sulla sedia a rotelle, Ersilia non nasconde la delusione. «Ci hanno parlato di ragioni di sicurezza - sbotta - ma in questo modo hanno tolto all'incontro con il Papa la necessaria carica di umanità».
Ma la polizia dello Stato Vaticano e quella italiana sorvegliano ogni dettaglio, temono ogni movimento intorno al Papa, arrivato alle 10,38 sull'auto coperta da vetri trasparenti alla quale i pontefici romani fanno ricorso dopo l'aggressione armata di Alì Agca a Giovanni Paolo II: passano i decenni, ma non la paura.
E così Benedetto XVI è assai meno avvicinabile di quanto non sia avvenuto nella pur blindata visita in Sardegna del settembre del 2008. I cagliaritani arrivati in gran numero devono accontentarsi di una citazione nei saluti a Nostra Signora di Bonaria. Alla fine della mattinata, poi, il Papa, accompagnato dall'arcivescovo Giuseppe Mani, si avvicina alla statua arrivata fino a San Pietro per rendere la visita di Joseph Ratzinger al Santuario. E padre Salvatore Mura, parrocco e rettore della Basilica, guarda soddisfatto i tanti Padri Mercedari che gli stanno vicini nelle tribune accanto al Papa. «Siamo venuti per ringraziare Benedetto XVI, e ora questa missione è compiuta - dice - ma per noi Mercedari c'è ancora tanto da fare prima del ritorno a casa attraverso una tappa alla quale teniamo molto, quella di Olbia».

 SBARCO A OLBIA Domani mattina la Madonna di Bonaria approderà nella nuova banchina del porto della città gallurese, dove il vescovo Sebastiano Sanguinetti accoglierà la patrona massima della Sardegna impegnata ancora una volta in quel mare che nel lontano 1370 - così vuole la leggenda - accolse nel Golfo degli Angeli il simulacro della Madonna proveniente dalla Catalogna custodito in una cassa di legno e lanciato in acqua nel corso di una tempesta dai marinai nel disperato tentativo di alleggerire la nave.
Nasce dunque da lontano il culto di “Bonaria celeste regina”, dal 1908 patrona dell'Isola per volontà di Papa Pio X, ma da sempre cara ai religiosi del'Ordine di Santa Maria della Mercede, custodi del Santuario cagliaritano. E nel pomeriggio di ieri tutti insieme i padri del Capitolo generale riuniti in Vaticano per scegliere il loro Maestro hanno lasciato per qualche ora il Vaticano, dove si svolge l'incontro, per recarsi alle 17 nella parrocchia romana di Santa Maria Mercede. Lì uno dei vescovi ausiliari di Roma, Guerino Di Tora, ha celebrato la messa, presenti numerosi sardi da anni a Roma: fra loro Giovanni Battista Sotgiu, presidente dell'associazione “Il Gremio”. In serata, poi, i Padri Mercedari impegnati nel Capitolo generale si sono trasferiti a bordo della “Moby Otta”, ospiti in una cena di gala nella quale è stata ricordata la figura di Pietro Nolasco, il fondatore del loro Ordine, che sarà celebrato oggi in una messa in San Pietro celebrata dal cardinale Angelo Comastri.

 UN SARDO GUIDA I MERCEDARI Fu il catalano Nolasco, nel 1218, a dar vita all'Ordine nato per riscattare i cristiani ridotti in schiavitù e oggi guidato nel mondo da Giovannino Tolu, sardo di Elmas che per sei anni ha svolto il ruolo di Superiore dei Mercedari. Nei prossimi giorni il Capitolo generale deciderà se rieleggerlo o accettare la sua richiesta di un cambio della guardia: per ora tre delle nove Province di un Ordine impegnato contro vecchie e nuove schiavitù dall'India al Camerun, dal Mozambico alla Spagna hanno proposto la sua rielezione. Entro il 22 maggio il voto.
Finirà ben prima, sabato prossimo, con il rientro a casa il viaggio per mare della protettrice dei naviganti organizzato grazie alla disponibilità dell'armatore Vincenzo Onorato e al lavoro di venticinque volontari guidati da Antonio Esposito. Un viaggio che apre sempre nuovi orizzonti. «Dopo il periplo dell'Isola di due anni fa e i pellegrinaggi a Barcellona e a Roma - dice Michele Di Martino, presidente dell'associazione maschile dei laici devoti - sarebbe straordinario poterci recare a Buenos Aires, la capitale dell'Argentina che ha nel nome la devozione alla Madonna di Bonaria». Non è soltanto una speranza, auspicata in particolare da chi, come padre Luigi Belfiori, ha già alle spalle 86 primavere, ma qualcosa di più. Il sindaco di Cagliari Emilio Floris e l'assessore al Lavoro della Regione Franco Manca, alla testa di una delegazione di amministratoripubblici, fanno intravedere la possibilità che il gemellaggio fra la capitale della Sardegna e Buenos Aires possa realizzarsi già il prossimo anno. «Ovviamente esiste un problema di costi - dice Manca, assessore anche all'Emigrazione - ma c'è una forte spinta e un impegno concreto a trovare le strade di un pellegrinaggio in Argentina».

06/05/2010