Viale Fra' Ignazio. Lettera di fuoco spedita da Minoja: dubbi sulla proprietà, stop ad appalti e altre attività
L'accusa:«In dieci anni disattesi tutti gli accordi, le gradinate devono essere rimosse»
Enrico Fresu enrico.fresu@epolis.sm
Fermi tutti: l'Anfiteatro non è del Comune, gli spettacoli previsti non sono autorizzati perché non lo sono le gradinate, forse è meglio non indire nemmeno la gara per il concorso di idee per far rinascere la struttura. C'è poco burocratese e tanta polemica nella lettera che il soprintendente ai Beni Archeologici Marco Minoja ha inviato a sindaco e assessori ai Lavori Pubblici e alla Cultura. Un messaggio pesante che ha causato un brutto risveglio a Giorgio Pellegrini: nel giorno della presentazione di Monumenti aperti esplode una bomba sulla contestata gestione del monumento di viale Fra' Ignazio.
ACCORDI DISATTESI. Minoja dice al Comune: abbiamo saputo che, con una gara, state cercando professionisti che valutino le migliori soluzione per il futuro del Anfiteatro. «Ma è necessario richiamare l'attenzione», scrive in tre pagine di fuoco, «su alcuni essenziali elementi di valutazione». E parte all'attacco. Le tribune stanno lì dal '99, in virtù di autorizzazioni condizionate rilasciate dalla Soprintendenza. Ma le condizioni «sono state ampiamente disattese dal Comune ». Le gradinate dovevano essere amovibili e smontate alla fine dell'estate. Niente cambia. «E il 9 ottobre del 2000», prosegue la lettera, «partì la richiesta di smontaggio». Il Comune fece ricorso al Tar, sostenendo che nell'accordo non ci fossero limiti temporali per il mantenimento della struttura, ma poi fece un passo indietro. Si arriva 3Pubblico sulle gradinate abusive dell'Anfiteatro romano di viale Fra' Ignazio EPOLIS al 2002, a un nuovo patto verbale tra i due contendenti a cui avrebbe dovuto seguire un accordo scritto. Il Municipio fa una proposta: a ogni fine stagione smontiamo tutto, e nel 2004 facciamo sparire definitivamente il terzo e il quarto anello. È il 2010: «Il Comune», aggiunge Minoja, «non ha ottemperato neanche ai contenuti della propria stessa proposta di accordo. Per l'anno in corso non si è provveduto nemmeno allo smontaggio della platea e del palco, condizioni senz'altro previste da tutti i documenti di progettazione». Un comportamento inadempiente, lo definisce il soprintendente, in spregio delle norme vigenti e delle indicazioni ricevute.
LA PROPRIETÀ. C'è un'altra questione spinosa: chi è il proprietario dell'Anfiteatro? «Risulta assegnato alla Soprintendenza dal 1962», scrivono dagli uffici di via Logudoro, «dopo una denegata ipotesi di cessione al Comune in forza di una legge del 1864 in base alla quale l'allora direttore del Demanio dismise a favore del Municipio vie, piazze e contrade e altri terreni (...) esclusi fabbricati e terreni occupati e pertinenti agli stabili governativi (...) e tutto ciò che non può essere di privato dominio». Il Demanio, nel 2007, scriveva di una «situazione di profonda incertezza giuridica dell'immobile in oggetto ».
LA RICHIESTA. Il soprintendente Minoja trae quindi le conclusioni, pesanti: «Chiediamo al Comune di valutare l'opportunità di sospendere le iniziative in essere, con particolare riferimento al bando sul concorso di idee. Si resta in attesa», chiude, «di eventuali richieste di autorizzazioni per le manifestazioni previste e aspettiamo la progettazione della rimozione delle strutture “temporanee”»
C'è la disponibilità al dialogo «Incontro in breve tempo»
Concerti già decisi
La Soprintendenza non vuole chiudere le porte al dialogo: la lettera si chiude con l'auspicio della convocazione di un incontro immediato tra le parti nel più breve tempo possibile e contiene la disponibilità a fornire tutte le informazioni e i documenti utili per fare un po' di chiarezza sull'argomento. Quindi, dopo anni di polemiche e rinvii, qualcosa potrebbe davvero muoversi per le gradinate romane. Il cartellone estivo intanto è stato presentato: sono attesi nomi di richiamo del pop italiano, da Valerio Scanu a Elisa, passando per Dalla e De Gregori. Poche sono le probabilità che il Comune rinunci a un business così importante. Sembra che le diplomazie siano già al lavoro per trovare un accordo con gli uffici guidati da Marco Minoja. Per cercare finalmente un punto di incontro tra due enti in guerra quasi permanente.
L'assessore
«Non è un rudere ma un bel resto»
Pellegrini si “corregge”
«L'Anfiteatro? Un rudere, le gradinate coprono solo un burrone». Così Pellegrini parlò dell'arena qualche giorno fa. Ieri ha corretto il tiro, senza evitare l'ironia: «Ho detto rudere? Vabbè, diciamo che è un resto, e le gradinate che ci abbiamo costruito sopra vanno a coprire non un burrone ma un resto, uno splendido resto». Nessuna intenzione di placare gli animi.