Comune. Chiusa l'inchiesta sui manifestanti che sfondarono i cancelli del Municipio
Le ipotesi vanno dalle lesioni aunagente della Municipale alla violenza contro un corpo politico
La disperazione per la cronica mancanza di lavoro li aveva spinti a sfondare i cancelli del Municipio, e a commettere una sfilza di reati per i quali potrebbero presto presentarsi davanti a un giudice. La procura ha chiuso l'inchiesta per ventuno precari in attesa di stabilizzazione, finiti sotto accusa perché denunciati dai vigili urbani e dalle guardie che la sera del 10 novembre sarebbero state ferite durante l'assalto al Palazzo, e la conseguente sospensione della seduta del Consiglio comunale. I reati contestati vanno dalla resistenza a pubblico ufficiale alle lesioni lievi (come denunciato da un agente della Municipale, l'altra presunta vittima è una guardia giurata), fino ad una ipotesi piuttosto sconosciuta alla cronaca, quella di “violenza contro un corpo politico o amministrativo”, cioè l'istituzione del Consiglio comunale. Durante una delle diverse manifestazioni tra ottobre e novembre scorsi, il gruppo di precari aveva issato una tenda davanti al Municipio, prima di forzare i cancelli chiusi e irrompere nell'Aula consiliare, costringendo il presidente Marco Corsini a interrompere la seduta. Durante li parapiglia restarono feriti l'agente della Municipale e la guardia giurata del Comune (che non avrebbe sporto denuncia), e altri poliziotti contro i quali i manifestanti avrebbero opposto resistenza. «Ci auguriamo che la Municipale ritiri le denunce, quei fatti sono ormai superati. Quelle persone chiedevano semplicemente l'applicazione di una norma, la legge regionale numero 3, che consente la stabilizzazione dei precari, come avvenuto in tutta l'Isola, tranne che a Cagliari», ha auspicato Luca Locci, segretalio Cgil Cagliari Funzione Pubblica. In seguito a quella denuncia, il sostituto procuratore Gian Giacomo Pilia ha iscritto nel registro degli indagati e ora formalizzato le accuse per i ventuno precari: Enrico Bernardi, Pier Paolo Aresu, Mauro Boi, Barbara Piras, Anna Rita Uras, Rossana Melis, Daniela Campus, Maurizio Puddu, Omero Porru, Sandro Lecca, Giuseppe Saba, Marco Casula, Sergio Gervasi, Marisa Mascia, Sergio Farci, Elisabetta Belfiori, Anna Concas, Alessandro Zuddas, Roberto Saddi, Riccardo Perseu e Antonio Espa. «Mettere loro a disposizione un avvocato del sindacato. Con i filati - ha detto Locci - dimostreremo che sono innocenti».E.L.