MARTEDÌ, 04 MAGGIO 2010
Pagina 1 - Cagliari
Sant’Efisio con i confratelli del Gonfalone fino al 25 maggio
Il Santo sarà omaggiato nell’attesa del giorno del giubileo perpetuo I nei della festa: niente luminarie
MARIO GIRAU
CAGLIARI.Stasera sant’Efisio tornerà nella sua chiesetta. Letteralmente volati i quattro giorni del trionfo, il martire guerriero viene riconsegnato alla città e ancor più ai confratelli dell’arciconfraternita del “Gonfalone” che lo omaggeranno, sempre dentro il cocchio, fino al 25 maggio, giorno del giubileo perpetuo concesso da Pio VI nel 1793. Sarà, quello di oggi, uno spettacolo di fede molto più intimo, familiare, rispetto a quello col grande pubblico del primo maggio. E con minor luminosità. Non si sa per quale motivo quest’anno non siano state allestite le luminarie in via Sassari, nel Corso Vittorio Emanule, via Azuni e via Sant’Efisio, il primo percorso cittadino del Santo, e, al ritorno, l’ultimo. I lampioni comunali illuminano, ma le luci colorate fanno un altro effetto. I quattordici fanali posti nella strada intitolata al santo sono oggettivamente pochi per accompagnare con una intensità luminosa, degna dell’occasione, la gioia degli stampacini per il rientro del loro “protettori poderosu”. Sarà per l’anno prossimo. Appuntamento all’edizione numero 355 per eliminare alcuni nei, pochi per la verità, immancabili in una manifestazione complessa quale risulta essere senza dubbio quella di calendimaggio.
Come la circolazione, ancora alle 9, 20, a pochi minuti dall’inizio, di qualche auto dentro il perimetro della sfilata. Come il canto del “trallallera”, che alcune traccas continuano a eseguire a corteo avviato: fa confusione e spiazza gli spettatori, che sentono da altri carri musiche e parole dei goccius e non il cantericcio allegro ma non adeguato. Il dubbio bisogna scioglierlo: si è in cammino per una festa religiosa o si è già dentro la processione?
Tra le novità di quest’anno, la rottura di un piatto con petali di rose, proprio davanti al cocchio dorato. Un gesto benaugurante, si dice. Difficile immaginare per i cristiani qualcosa di più fausto, propizio e favorevole di una grande processione in nome e per conto di un santo, alla presenza di un martire. La rottura di un piatto attiene ad altri rituali, sicuramente non religiosi.
Ieri la giornata è stata caratterizzata a Nora da due eventi: di mattina la solenne concelebrazione presieduta dall’arcivescovo e, nel pomeriggio, la processione lungo la spiaggia fino al luogo del martirio, tra le rovine dell’antica città fenicio-romana. Subito dopo il rientro a Pula. Questa mattina a marce forzate comincerà il viaggio verso la città, nel mezzo di una strada profondamente cambiata dal volgere dei secoli.