Centrosinistra
«Se nell'Idv ci sono problemi è giusto parlarne apertamente: noi siamo un partito trasparente, mica come gli altri». Ecco perché Tiziana Frongia convoca la stampa in un hotel di Cagliari e racconta la sua versione del giallo di questi giorni: la votazione annullata per la candidatura alla Provincia di Cagliari, con successiva investitura di Federico Palomba da parte di Di Pietro. Una versione densa di sospetti, nati da quella scheda di troppo spuntata dallo scrutinio nel coordinamento provinciale.
L'ANTEFATTO Tutto nasce dal ballottaggio di mercoledì tra la stessa Frongia e Patrizio Rovelli. Rimasti a contendersi la candidatura solitaria (il partito non sostiene Milia come il resto del centrosinistra), dopo essere arrivati a pari merito il giorno prima, davanti a Michele Pipia. Esito dello spareggio: 19 a 17 per Frongia. In tutto 36 preferenze: ma con 35 votanti.
Qualcuno deve aver messo nell'urna una scheda in più. Appena saputo, Antonio Di Pietro azzera tutto: troppo pesante l'ombra di un voto inquinato, il candidato sarà il leader regionale Federico Palomba. «Ha fatto bene Di Pietro a fermare tutto», premette Tiziana Frongia, «non avrei voluto vincere in questa situazione. Ma il coordinamento provinciale rappresenta la democrazia interna al partito: anziché imporre un nome da Roma, forse era meglio rivotare con scrutinio palese, come avevano chiesto dall'inizio quelli che mi sostenevano».
Non c'era il tempo? «E allora meglio dare un segnale di rinnovamento e candidare il terzo, Pipia, che è un giovane. Massimo rispetto per Palomba, ma proprio da lui doveva venire un segnale di apertura al nuovo. Anche perché l'Idv è contro il cumulo degli incarichi».
IL MISTERO Poi la quasi-candidata alla Provincia ritorna sulla votazione annullata: «Quando hanno visto che c'era una scheda in più, è bastato sfogliarle per vedere che ce n'erano due uguali». Non solo scritte dalla stessa mano: «Proprio uguali, sovrapponibili. Viene da pensare che una cosa così evidente sia stata fatta con lo scopo di far invalidare il voto». Chi l'avrebbe fatto, Frongia non lo ipotizza: «Ma si sappia che su quelle due schede è stata commissionata una perizia grafologica, che verrà consegnata anche a Di Pietro».
Al di là del giallo, secondo Tiziana Frongia la vicenda sta provocando malumori: «C'è già stato qualche ritiro dalle liste, ho ricevuto mail di gente che vuole andare via. Ma io rimango nell'Idv, anzi ancora più motivata. Voglio battermi per una politica davvero trasparente. E se ci sono diverse correnti in un partito, è un bene: girano le idee. C'è già una corrente interna che ha capito che serve un nuovo modo di fare politica, senza che decida uno solo dall'alto. Io comunque ringrazio tutta la maggioranza del coordinamento, che mi ha votato».
«AZIONE PREORDINATA» La presa di posizione di Frongia farà discutere, ed è di certo un sintomo di difficoltà interne ai dipietristi. Patrizio Rovelli non entra in polemica: si limita ad affermare che «la scelta di Di Pietro è stata felice, equilibrata e giusta». Palomba, invece, sul caso della scheda fantasma dichiara che «Idv è parte lesa in quella che ormai appare sempre di più un'azione preordinata a lederne l'immagine, nel momento in cui abbiamo deciso di candidarci da soli. A seguito di una rigorosa inchiesta, i responsabili pagheranno duramente. Di Pietro ha voluto che Idv, in questa candidatura di coerenza, fosse rappresentata da me in quanto magistrato, vicepresidente della commissione Giustizia della Camera, e come candidato di tutto il partito. La differenza tra noi e altri è che, se ci sono mele marce, noi le sbattiamo fuori». (g. m.)
01/05/2010