L'analisi del confronto cagliaritano nel centrodestra
Il vento dello scontro interno agita i vessilli dei due poli. Proprio a Cagliari, la sede di maggior peso politico. Ma se nel centrosinistra è una questione fra partiti, nel centrodestra si consuma nel Pdl un confronto inatteso e pieno di insidie. Uno dei personaggi più noti del partito ha scelto di andare da solo, sostenuto da un gruppo di forze-satelliti della coalizione. Il candidato ufficiale, appoggiato dallo stesso cartello politico che governa la Regione, sarà pungolato, magari anche provocato, in questa campagna elettorale cagliaritana, ma non sembra soffrire per questa imprevedibile frattura fra le mura di casa.
IL CONFRONTO Giuseppe Farris, il «nostro unico candidato», come ha sottolineato il coordinatore regionale, Mariano Delogu, viene dal Comune di Cagliari e la sua faccia nuova, nello scenario che conta, ha contato quasi quanto la sua fama di amministratore. Farris è supportato da otto partiti, più la sua lista. «Anche io partivo in netto svantaggio», questa la benedizione del governatore Ugo Cappellacci, «e poi sapete come è andata». In svantaggio da chi? Contro Farris corre Piergiorgio Massidda, senatore ed ex coordinatore regionale, l'uomo che ha saputo dire no a Silvio Berlusconi, che l'altro giorno gli ha chiesto di lasciar perdere, promettendogli un posto nel governo. Perché lo fa? Perché Massidda sfida le urne, il suo partito, una grossa fetta dei suoi elettori? «Perché voglio riportare la Provincia in serie A», ha detto, «perché l'ho promesso alla gente». Cinque partiti(ni) lo sostengono, ma è sul consenso dei senza-politica, del popolo del web, che Massidda conta. I due sono diversi, quasi all'opposto, Farris si propone con toni bassi, modi educati e gesti misurati quanto Massidda è gigione, pronto alla battuta e alle discussioni accese. Fra i due, nel palco davanti al Municipio, un freddo abbraccio pre-gara a pochi metri dal simulacro di Sant'Efisio.
L'ALBERGATORE Il confronto con gli elettori non gli mancava di certo. Anzi, fino a pochi giorni fa lo avrebbe evitato volentieri. Figura di spicco dell'imprenditoria sarda del turismo, Lugi Crisponi scende in campo, a Nuoro e per il centrodestra, dopo aver detto no a poche ore dall'annuncio ufficiale. La politica di vertice lo ha accarezzato mentre Cappellacci pensava alla sua prima Giunta, un tira e molla nel quale il patron di Su Gologone restò fuori proprio per la sua non appartenenza ai partiti. Oggi, sono quegli stessi partiti che gli chiedono di metterci la faccia. Bella rivincita.
ENRICO PILIA
03/05/2010