Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Boutique e salsicce, ecco l'altra sagra

Fonte: L'Unione Sarda
3 maggio 2010

In giro oltre le transenne tra la gente che non segue la sfilata

Assalto ai negozi, boom delle vendite dei capi taroccati

Mai come quest'anno a Sant'Efisio si sono sovrapposti due eventi: la processione e la baraonda di contorno, sempre più festa paesana.
«Cappelli, cappelli a tre euro». I venditori rumeni si muovono agili tra migliaia di persone che passeggiano nel Largo e in via Roma incuranti di ciò che avviene al di là delle transenne dove sfilano gruppi folk, cavalli e traccas. Propongono copricapo di ogni colore e stanno a debita distanza dai senegalesi che, tra decine di vigili urbani, poliziotti e carabinieri inoffensivi, vendono (e tanto) finti giubbotti e finte polo Fred Perry, finte Nike, finti Ray Ban, finte borse Vuitton e via taroccando.
DUE EVENTI Mai come quest'anno a Sant'Efisio si sono sovrapposti due eventi: la processione, cioè la sagra ufficiale, e la baraonda di contorno, sempre meno collaterale e sempre più festa paesana. Perché è vero che buona parte dei cagliaritani e dei sardi sono devoti al martire che li ha liberati dalla peste, ma è anche vero che per altri Sant'Efisio è solo colore, aggregazione, würstel e patatine.
I “CADDOZZONI” L'odore delle cipolle che impregna l'aria dalle nove del mattino è un primo inequivocabile segnale. L'ex aiuola centrale di via Roma, da anni in parcheggio selvaggio, è un trionfo di bancarelle, come i portici di via Roma. «Venghino, siori, venghino». Sui cristalli puliti delle vetrine della Rinascente, curate dai designer specializzati, si specchiano i formaggi e le salsicce, i dolci tipici, il banco del venditore di launeddas e strumenti tipici sardi, l'artigiano che scolpisce scorci caratteristici della città sulle tegole. Ma a interessare più di tutti sembrano essere il gatto e i quattro topolini bianchi che convivono su un cubo, attrazione storica di via Roma. I passanti guardano, fotografano, filmano e versano l'obolo all'anziano che ha allestito lo spettacolo.
ASSALTO AI NEGOZI Lungo il tragitto, a ridosso delle transenne, e nelle tribune, c'è meno gente del solito. Anche perché una volta tanto Confcommercio e Confesercenti hanno mantenuto la promessa: non ci sarà nessuna serrata. E così è stato. Via Manno era affollata che neanche a Natale, idem via Roma, il Largo e piazza Yenne, dove all'esterno di un negozio di elettrodomestici è stato allestito un banchetto per vendere abbonamenti alla pay tv. Che vanno a ruba. Gli affari nei negozi non sono proporzionali alla quantità di gente ma vanno bene. Male l'afflusso al Search, il museo allestito nel sottopiano del Municipio che, nonostante fuori ci fossero decine di migliaia di persone, è rimasto vuoto per tutta la mattina.
LA PIAZZA Durante la sfilata le strade della Marina sono deserte in attesa dell'ora di pranzo, quando i ristoranti si popolano. In via Sardegna il Santo ha fatto un miracolo: dopo decenni di abbandono i resti della chiesa di Santa Lucia, distrutta dalle bombe del '43, sono finalmente visibili. Scomparsi la discarica e la recinzione in legno che celava la facciata è un pezzo di storia restituito alla città, seppure in attesa di restauro.
TURISTI E BAMBINI I turisti, tanti ma forse meno del previsto, sono affascinati dai colori della sfilata. Come i bambini. Con la testa infilata in una transenna, nel Corso c'è un bimbo di cinque anni che vede passare il gruppo folk di Cabras. Sfilano scalzi, come da tradizione, e inevitabilmente calpestano gli escrementi dei cavalli e dei buoi. «Mamma mamma, perché quei signori mettono i piedi nella cacca?».
FABIO MANCA

03/05/2010