Il racconto. In preghiera dietro il cocchio che si dirige verso Villa Ballero seguito da chi ha ricevuto una grazia
Quest'anno niente Sant'Efisio, si è detto. Ha ravvivato il cuscino, si è tirato il lenzuolo sulla testa e ha lasciato che le palpebre si richiudessero anche se fuori il sole era alto. Niente Sant'Efisio, ma una lunga dormita per arrivare fresco alla Paillote per condividere il rito, cocktail e balli sul bordo del mare di Calamosca. Pensando a un primo maggio con le bollicine si è riaddormentato sereno.
Poi il telefono ha trillato.
Un suono secco. Rapido. Con fastidio ha acciuffato il cellulare e ha letto svogliato il messaggio. «Ciao zio Checco, un paio di mesi fa mi hai detto che avrei partecipato alla Festa. Avevi ragione. Un bacio. Anna».
E i suoi propositi sono cambiati.
In un istante, come il pastore che vede davanti a sé un albero animarsi di fiamme, un pescatore ruotare sulla sua testa i gabbiani in strane formazioni, ha capito che a volte i messaggi dal cielo possono arrivare. E cambiare i destini. Anche per una sola giornata.
Si è alzato rapido e dopo mezz'ora era fra la folla assiepata in piazzetta Sant'Efisio. L'ha cercata fra i turisti e i fedeli mentre i buoi schiumanti si preparavano a tirare ancora una volta il cocchio. Ma non l'ha trovata.
Il Santo è uscito e l'applauso ha fatto volare gli uccelli verso sud. Un altro segnale, ha pensato. Ed è corso giù, in via Azuni. Ha alzato lo sguardo e su un balcone ha visto Luciano Bonino, stilista, in braccio i cesti carichi di petali rossi e gialli pronto a innaffiare di colori e profumi il passaggio del Martire. E ha pensato che se di questo rito si potessero cambiare le regole, e compiere quello che suonerebbe come un sacrilegio, nominerebbe Alter Nos non tanto un consigliere del consiglio ma un cagliaritano che si è distinto per l'amore donato alla sua città e per averle dato lustro. Poi, cercando la nipote fra la moltitudine, ha concluso il pensiero dicendosi certo che il primo Alter Nos di questa rivoluzione sarebbe dovuto essere Luciano.
Il Guerriero è stato omaggiato dalle tribune di via Roma. Le navi hanno muggito a lungo in segno di rispetto. I carabinieri con il pennacchio al vento l'hanno scortato oltre la stazione e verso il nuovo Mac Donald dove Lui ha sperato di trovarla avvinghiata a un panino della confezione per bambini. Ma nulla. E anche se si era ripromesso di non farlo, si è accodato ai pellegrini.
Ha atteso che i confratelli e le consorelle salutassero il corteo alla Semoleria. Ha aspettato, guardando l'orologio, le 14 in punto, che il grosso dei fedeli schiumasse verso i parcheggi. Ma così non è stato. Il gruppo è rimasto compatto come mai negli ultimi quattro anni. E con loro ha proseguito verso il ponte della Scaffa.
È stato lì che le preghiere si sono fatte più fitte. Il vento ha portato l'eco del Padre Nostro sin nelle ultime file dove la concentrazione è sempre stata poca, il chiacchiericcio più stonato. E finalmente anche i petulanti hanno taciuto.
È avanzato e ha riconosciuto tanti compagni di questo mesto pellegrinaggio. Ha visto Lui e Lei scalzi, giovanissimi e tenuti per mano, e si sono scambiati un sorriso. Come dire: Se siamo qui anche quest'anno le nostre preghiere sono state esaudite . E ha capito che restare a dormire sarebbe stato un doppio tradimento. Ha superato madre e figlia, anche loro senza scarpe (come tanti quest'anno) e un cappellino blu in testa, e ha realizzato che per riconoscere Anna avrebbe dovuto cercare una piccola visiera, rosa o viola, i suoi colori preferiti. Ha superato un altro veterano, gli occhiali scuri a coprire occhi che non vedono più, questo maggio accompagnato non da una ma da due ragazzine, fragili e fortissime.
Il cocchio è entrato nel Villaggio pescatori. Il silenzio si è fatto tombale. Le 14,35. Solo il mare spinto dal vento ha parlato mentre Chiarina Poma, l'ultra centenaria del borgo (107), ha messo il suo fiore nella teca di Efis. Lui ha superato tutti. Anche il Santo. È stato lì che l'ha trovata, poco dopo i buoi, con il suo cappellino viola calato su un sorriso enorme a coprirle i capelli che la chemio le ha portato via, a nasconderle la cicatrice che le offende la nuca, un'enorme cerniera che è stata la porta del suo dolore infinito.
Anna ha 6 anni. Diversi mesi fa l'hanno portata al Brotzu, una banale nausea. Ma sotto il suo cervelletto aveva un mostro che in pochi giorni l'avrebbe divorata. L'hanno operata d'urgenza. Una lunga degenza. Un'altra operazione. È stato in quei giorni che lo zio è andato a trovarla in ospedale e inginocchiandosi al suo lettino le ha bisbigliato all'orecchio Stai tranquilla, vedrai che a maggio sarai anche quest'anno a vedere Sant'Efisio e i cavalli che tanto ti piacciono . E ha tremato sicuro di averle detto una bugia.
Prima che il cocchio ripartisse verso Villa Ballero, dove anche quest'anno alle 15 avrebbe varcato la soglia, si è piazzato davanti a Sant'Efis martiri gloriosu e gli ha detto: Scusa Efisio se ho dubitato di te .
Il corteo è ripartito e le preghiere si sono levate alte nel cielo. Anche per questo 2010.
FRANCESCO ABATE
03/05/2010