Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'apoteosi di Sant'Efisio tra fede e petali di rosa

Fonte: L'Unione Sarda
3 maggio 2010

La festa. Rinnovato per la 354ª volta il voto della cittadinanza al Martire guerriero

Edizione plurilingue, ma ci sono meno turisti rispetto agli anni scorsi

Alle 8, quando i mazzieri bussano alla porta di Stefano Schirru, la festa di Sant'Efisio è ancora una lontana parente dell'apoteosi di via Roma, fatta di petali di rosa, sole a picco e il fischio dei traghetti che salutano gli ultimi metri urbani della processione. Cagliari si sveglia lentamente, i gruppi folk si stanno radunando ordinati in viale Fra Ignazio, il cielo grigio si apre pian piano mentre gli uscieri del Comune in alta uniforme aiutano il più giovane Alter Nos della storia a vestirsi e lo scortano fino a Palazzo Bacaredda. Preludio dell'inizio ufficiale dell'edizione numero 354 delle celebrazioni in onore del Martire, almeno sul versante del Municipio: dopo un'ora e mezzo Schirru riceve dalle mani di Emilio Floris il Toson d'oro, gioiello simbolo della città.
LA GUARDIANIA Nel frattempo la Guardiania dell'arciconfraternita del Gonfalone sta scendendo nel Largo Carlo Felice per arrivare fino al Comune. Appuntamento, rispettato, alle 10: a cavallo scortano il consigliere fino alla chiesetta di Sant'Efisio, nel cuore di una Stampace che è già affacciata ai propri balconi. Sono le prime mosse di una festa che terminerà domani - col ritorno del Santo, come da tradizione, di sera - e di una sfilata di tre ore che si snoda senza fretta mentre gli altoparlanti installati lungo il percorso descrivono tutto, prima in italiano e poi in inglese, spagnolo e tedesco. Ventitré traccas e 96 gruppi arrivati da ogni angolo dell'Isola: quasi tutti accennano una trallallera di fronte alle tribune (piene quelle di via Roma, qualche buco nel Largo, in Corso Vittorio Emanuele, via Mameli e piazza del Carmine) che quest'anno sono state osservate da tante persone, certo, ma forse meno di quelle che hanno assistito alla festa del 2009. L'impressione generale è che dietro le transenne, per strada, manchi quella fetta di turisti stranieri che lo scorso anno fatto la differenza rispetto al passato. Non c'è, al contrario di dodici mesi fa, nessuna nave da crociera ormeggiata in porto. In compenso i 35 tour operator che hanno venduto i “pacchetti” di Sant'Efisio hanno portato vacanzieri tedeschi: due-tre gruppi si arrampicano per le stradine di Stampace che sono diventate un piccolo allevamento, tra purosangue e buoi giganteschi. Cosa rimane impresso della sagra a chi arriva dalla Germania? «I buoi che trainano il cocchio sono di razza Modicana», dice l'interprete riferendo le impressioni dei turisti.
LA MESSA Nella chiesetta la messa sta per iniziare: alle 11.15 don Luciano Pani, parroco di Sant'Anna, comincia la liturgia in mezzo ad almeno 200 persone che riempiono il piccolo tempio, liberato dalle impalcature appena due settimane fa. Il direttore artistico Ottavio Nieddu controlla l'orologio: tutto secondo copione, tutto secondo tradizione. Un'ora dopo, a mezzogiorno e 17, il cocchio con la statua del santo restaurata, spunta sul sagrato: i guardiani si fanno spazio in mezzo alla folla che si è rinforzata con l'attore Max Giusti e il giornalista sportivo Massimo Caputi. Per due minuti, chissenefrega della messa e tutti con il cellulare in mano per una foto ricordo.
I BIGLIETTI Succede anche questo in un'edizione che dal punto di vista dei biglietti venduti, in tutto 6.097, ha il segno positivo: «Circa un migliaio in più rispetto allo scorso anno», dice l'assessore al Turismo del Comune di Cagliari Gianni Giagoni. I numeri e l'effetto delle altre feste religiose del Mediterraneo, come San Firmin a Pamplona o Las Fallas (in onore di San Giuseppe) a Valencia sono un'altra cosa e rappresentano un obiettivo: «Per arrivare a quei livelli serve puntare sulla comunicazione e sui dettagli: l'anno prossimo, per dirne una, vorrei rivestire di bianco le transenne del percorso», dice l'esponente della Giunta.
SA RAMADURA È quasi l'una, sono gli ultimi momenti della festa cittadina. Il carro comincia a ondeggiare in mezzo a due ali di devoti: arriva nel Largo, si ferma più di una volta, poi arriva all'ultima curva, davanti al Municipio. Dove nell'aria si respira il profumo de “Sa ramadura” e i petali sono giù sui lastroni, sotto il sole che è uscito definitivamente da dietro le nuvole. Sono le 13.40: il Santo è sotto la tribuna delle autorità, le portine a vetri del cocchio si aprono per i pochi che riescono ad avvicinarsi, prima che la processione continui verso Giorgino. Il voto è sciolto, un'altra volta.
MICHELE RUFFI

03/05/2010

Sicurezza
In 500 a vigilare sulla città


Cinquecento “divise” hanno vigilato sulla festa di Sant'Efisio. Tutto è filato liscio, a parte due persone colte da un leggero malore e soccorse dal personale medico del 118. Due anziani (uno nel vico Carlo Felice, l'altra nel Largo) che per il caldo si sono sentiti male. Sono stati presi in consegna da due ambulanze presenti sotto piazza Yenne e accompagnate al Pronto soccorso del San Giovanni di Dio con un codice verde.
Il problema maggiore è stato il traffico. Numerose le strade chiuse per permettere il regolare svolgimento della sfilata e della processione del Santo. Per controllare i varchi, rimuovere veicoli e garantire una viabilità la più possibile fluida, la città è stata presidiata da 170 agenti della polizia municipale. La maggior parte (140 uomini) si è occupata di Sant'Efisio, venti erano in servizio davanti alla Fiera (a combattere con parcheggi di ogni tipo e con le numerose proteste dei cittadini infuriati per la presenza degli abusivi) e altri dieci si sono interessati del resto della città. Accanto alle transenne i tanti volontari e gli uomini della Protezione civile. Presenti anche i vigili del fuoco e numerose ambulanze di varie associazioni di volontariato, coordinate dalla centrale del 118.
Della sicurezza nel percorso della sfilata si sono occupati poliziotti (coordinati dal dirigente della Squadra mobile, Oreste Barbella), carabinieri e finanzieri. (m. v.)

03/05/2010