Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Sagra, il giorno del giudizio

Fonte: La Nuova Sardegna
3 maggio 2010


SABATO, 01 MAGGIO 2010

Pagina 1 - Cagliari

Sant’Efisio è la grande prova organizzativa della macchina comunale davanti all’isola intera

Cresce il corollario di eventi a una festa ormai famosa

Ma per gli stampacini oggi resta il momento ripetuto da 354 anni in cui si scioglie il voto fatto al santo

MARIO GIRAU

CAGLIARI. Il primo maggio per gli amministratori comunali è il giorno dell’esame di laurea. L’impegno richiesto è così grande e complesso da mettere a dura prova le capacità organizzative, manageriali, programmatorie di tutta la macchina comunale. Se tutto va bene il merito è del sindaco e della giunta; se qualcosa va male, il flop è sempre e soltanto in capo a loro.
Rispetto degli orari, accoglienza dei turisti, negozi e bar aperti, perfino l’ordine nella processione dei gruppi folk: far centro o toppare in questo giornata significa moltiplicare per mille risultati positivi e negativi. Cagliari oggi è veramente senza segreti per sardi e turisti.
Anche questo, il ruolo di esaminatore, è un altro dei tanti volti che Sant’Efisio col tempo è andato assumendo nell’immaginario collettivo. Il principale rimane, però, quello di animatore della pietas cagliaritana e sarda. Di fronte allo sfavillare di luci, al battage pubblicitario, alla selva di siti internet messi in funzione per reclamizzare nel mondo il capoluogo dell’isola nel giorno della spettacolare processione, diventa uno sforzo immane ricondurre tutti all’essenza del primo maggio: la città che scioglie un voto di ringraziamento a un santo che l’ha liberata dalla peste.
Non sembra, forse, ma ancora tutto si muove in questa direzione. A cominciare dalla vestizione del simulacro del santo, recentemente restaurato, seguita dall’imposizione degli ex voto più preziosi, dall’intronizzazione di ieri mattina.
Cerimonie e folclore, momenti “acchiappa turisti” per molti, ma non per gli stampacini, per i cagliaritani autentici, per quanti hanno trascorso un anno in attesa di questo giorno.
La passerella degli ottantasei gruppi folk, lo spettacolo di oltre tremila persone che sfilano nei costumi sardi, non consente di ammirare la vera festa della fede, visibile nel pellegrinaggio continuo di uomini e donne, anche giovani, che, a gruppi e singolarmente, invadono la chiesa del santo fin dalle prime ore del mattino. Intorno al cocchio si intrecciano i veri dialoghi dell’amore: con la preghiera si chiedono grazie, si alimentano speranze, si leniscono ferite.
Anche i paludati rituali che si tengono a palazzo civico sono, sfrondati della spettacolarizzazione televisiva, il segno della gratitudine di un popolo. Se ne fa interprete e portavoce l’Alternos, quest’anno Stefano Schirru. Ma tutta la processione è metafora di un’azione corale svolta da un popolo realmente in pellegrinaggio, mobilitato intorno a un santo. Costumi, cavalieri campidanesi, miliziani, guardiania - quindi - non per far colore, ma vera e riconosciuta icona di una comunità devota secondo lo spirito e le regole ferree della pietà popolare.
Intorno alla festa di Sant’Efisio sono state costruite decine di manifestazioni: mostre, concerti, corse di cavalli, opere liriche. Perfino la Fiera campionaria è stata spostata di due mesi per arricchire l’offerta di una stagione turistica che si fa scattare a ridosso di questo giorno. Ma non c’è dubbio che tanta parte dei cagliaritani non voglia nascondere come il cuore della celebrazione resti lo scioglimento del voto. Una parte di popolazione del tutto indifferente alla manifestazione alimentata a colpi di spot televisivi, che vuole custodire e trasmettere intatto un patrimonio religioso coltivato lungo 354 anni.