Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Si tuteli il pluralismo dell'informazione locale»

Fonte: L'Unione Sarda
27 aprile 2010

giornalisti L'Associazione della stampa sarda

«La televisione privata locale costituisce in Sardegna una risorsa irrinunciabile», nonché «un elemento prezioso di pluralismo nell'informazione». E «la mazzata» della rivoluzione sui telecomandi ipotizzata dall'Agcom rischia di complicare una situazione già difficile. Sul caos digitale terrestre prende posizione l'Associazione della stampa sarda: l'introduzione del nuovo sistema di trasmissione «ha creato finora in Sardegna più problemi che vantaggi, sia al servizio pubblico che alle emittenti private».
Secondo il sindacato dei giornalisti, i telespettatori sardi «hanno dovuto combattere a lungo con televisori e decoder per stabilizzare la numerazione dei canali sul telecomando». Invece, ora, «l'Agcom ha predisposto uno schema di numerazione automatica dei canali che relega le televisioni private locali dal decimo posto in poi».
L'Assostampa parla di «penalizzazione per le tv sarde» e ricorda che il decreto varato a marzo prescrive il «rispetto delle abitudini e delle preferenze degli utenti». A ruota, i timori «per i gravi effetti che crisi economica e digitale terrestre hanno già provocato al sistema delle televisioni private locali». Per questo, l'associazione «manifesta la sua ferma protesta per un provvedimento che, se confermato, potrebbe produrre danni gravissimi».
Nel mirino finisce anche l'inerzia del Governo: «Aveva assicurato che il digitale terrestre sarebbe stata un'opportunità di crescita», invece «non ha fatto nulla finora per rimediare».
Pertanto, «il sindacato dei giornalisti non accetterà che siano i lavoratori, totalmente incolpevoli, a pagare il conto». Si ricorda poi che «la televisione privata locale costituisce in Sardegna una risorsa irrinunciabile e un elemento prezioso di pluralismo nell'informazione». E «lo straordinario successo di ascolto conseguito dalle emittenti regionali ne è la palese dimostrazione. Penalizzarle costituirebbe un attacco al diritto degli utenti a un'informazione locale completa e plurale». (g. z.)

27/04/2010