Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Passioni a confronto Dürer e Rouault all'Exmà

Fonte: L'Unione Sarda
19 aprile 2010




Dalla nascita di Albrecht Dürer a quella di George Rouault passarono esattamente quattro secoli. Il primo nacque nel 1471, il secondo nel 1871. Singolare coincidenza di date da tenere a mente nel visitare la doppia mostra allestita fino al 30 maggio all'Exmà di Cagliari: “Passio”, ovvero la Passione di Cristo, rassegna organizzata dal Consorzio Camù in collaborazione con l'assessorato alla Cultura del Comune di Cagliari. Il “Miserere” di George Rouault è il racconto di un'umanità dolente, vessata, tormentata.
GEORGE ROUAULT Commissionato da Ambroise Vollard, il corpus delle opere ebbe origine da alcuni disegni a china realizzati tra il 1914 e il 1918 . “Miserere et guerre”, questo l'originario titolo ispirato al salmo penitenziale di Davide, fu pubblicato solo nel 1948 a cura della Societè d'Edition L'Etoile Filante. Nella Sala delle Volte dell'Exmà, le cinquantotto incisioni eseguite col sistema “hèliogravure au grain”, rivelano il ricorso a vari procedimenti: acquatinta allo zucchero, acquaforte, bulino, puntasecca, brunitoio, tecniche su cui l'artista interveniva con la pomice o il carbone di silice, coi raschietti e le rotelle. Il tratto largo dei margini delle figure, le zone bianche, il segno scuro e largo, determinano suggestivi effetti pittorici intensificati dalle didascalie che hanno spesso tono narrativo, non necessariamente religioso.
Ad esempio, “Domani farà bello, diceva il naufrago”, “Quando sarebbe così dolce amare”, “Il duro mestiere di vivere”, “Homo homini lupus”, sono frasi tratte dalla Bibbia e dal Vangelo ma anche da testi classici e da detti popolari. Nel “Miserere” appaiono Cristo incoronato di spine, Veronica dal morbido lino, signore dei quartieri alti, ossari, scheletri, soldati, paesi in fumo, strade deserte. Il paesaggio è devastato e i personaggi grotteschi e deformati ma i corpi sono talvolta amorosi, le mani si protendono in carezze. Parigino, allievo di Gustave Moreau, Georges Roualt - creatore di coloratissime vetrate, sodale dei fauves poi passato all'espressionismo - prediligeva come soggetti i clown e le prostitute e questa attenzione alla gente che esercita mestieri difficili torna nelle raffigurazioni dedicate a un argomento sacro come la Passione.
ALBRECHT DÜRER Diversa, ovviamente, la visione quattro-cinquecentesca di Albrecht Dürer.
Figlio di un orafo ungherese che fu il suo primo maestro, cresciuto a Norimberga, formato a Basilea, Colmar, Strasburgo, Dürer aveva fatto diversi viaggi in Italia e era stato profondamente influenzato dai maestri del Rinascimento- in particolar modo da Andrea Mantegna - e dalla luce di Venezia. Ritrattista, acquerellista, disegnatore è autore delle celeberrime incisioni “Apocalisse”, “Il cavaliere, la morte e il diavolo”, “San Gerolamo nel suo studio”, “Malinconia”. È allestita nella Sala delle Terrazze dell'Exmà, la serie dei sedici fogli a bulino della “Piccola passione” e delle quattro xilografie della “Grande Passione”, cicli realizzati tra il 1507 e il 1513. L'iconografia è classica. L'esecuzione, ovviamente, magistrale. Il Sommo conosceva a perfezione l'anatomia umana, la conformazione dei vegetali e quella degli animali. Nonchè le leggi della prospettiva. Nel rappresentare le scene evangeliche impiega morbidi toni cinerei impressi sul bianco della carta, scurisce il tratto se l'atmosfera si fa cupa, affolla lo spazio se il numero dei protagonisti lo richiede. Forse non fu ininfluente per un osservatore attento come lui il fatto che nel periodo in cui lavorava a queste incisioni la chiesa cattolica fosse minacciata dalle tesi affitte da Martin Lutero nel 1517 sul portone della chiesa del castello di Wittemberg. Il ricco e influente Albrecht Dürer, membro del Gran Consiglio di Norimberga e proprietario di un imponente palazzo, mostrò qualche simpatia per la Riforma Protestante.
E incontrò varie volte Erasmo da Rotterdam. Il che non ne fa certo un eretico ma dimostra l'apertura intellettuale di un artista che fu anche un uomo curioso delle idee nuove e delle cose ignote. Tanto da riprodurre minuziosamente a inchiostro un esotico rinoceronte, creatura che non aveva mai visto dal vero.
ALESSANDRA MENESINI

18/04/2010