Tuvixeddu. Dall'imprenditore nuovo no all'ampliamento del parco archeologico
Gualtiero Cualbu non si smuove e non cambia posizione: «È una vergogna che da quattro anni una parte importante della città sia bloccata. Ed è incredibile che non si riescano a far applicare un Accordo di programma e tante sentenze amministrative». L'argomento spinoso è sempre quello del comparto Tuvixeddu-Tuvumannu, sul quale alcuni esponenti del Pd e Legambiente vorrebbero ampliare i vincoli del parco archeologico. «Ma pensare di allargare i 27 ettari già previsti è incredibile», aggiunge il presidente della società Nuova Iniziative Coimpresa, capofila dei partner privati scelti dal Comune per recuperare un'area a lungo lasciata in preda al degrado. «Non ci hanno permesso di realizzare il parco che è previsto dall'Accordo di programma e ora sparano cifre a casaccio, con l'unico scopo di continuare a bloccare il progetto pubblico e privato».
L'imprenditore non ha mandato giù la nuova iniziativa pubblica andata in scena venerdì sulla terrazza panoramica di via Castelfidardo: «Come si fa a non preoccuparsi del fatto che da quattro anni esistono cantieri aperti, strade realizzate solo in parte, traffico deviato e progetti di recupero bloccati? - si chiede, retoricamente - tutto in nome di una presunta maggiore salvaguardia di un sito archeologico che proprio con l'Accordo di programma, come è stato sancito dalle sentenze amministrative, si stava finalmente mettendo in pratica». A perderci non è solo la città ma anche le casse della Regione: «Ogni giorno che passa l'ammontare dei danni che devono essere risarciti ai privati danneggiati dal blocco dei cantieri aumenta - aggiunge Cualbu - e questo non può lasciare indifferente la giunta Cappellacci». Perché il costruttore cagliaritano non salva nemmeno la giunta regionale di centrodestra: «È passato oltre un anno dal suo insediamento, eppure l'attuale esecutivo è ancora fermo alla delibera dello scorso 26 gennaio, nella quale si dava atto che occorre ripartire dall'Accordo di programma, studiando eventuali modifiche in accordo con la parte privata». Eppure niente si sarebbe smosso: «Questa è la triste realtà - conclude - io mi chiedo come gli abitanti dei quartieri interessati dai disagi causati dai cantieri rimasti aperti possano essere così pazienti. Credo che tutti dovrebbero mostrare un po' di rispetto nei loro confronti». ( a. mur. )
18/04/2010