la curiosità Dà lavoro a circa mille operatori
I cognomi sono sempre gli stessi: Farci, Masala, Strazzera, Troja, Puzzoni, Gatti, Rais, Secci sono quelli dei titolari dei box del mercato di San Benedetto. E sono anche quelli di chi, nei primi del '900, cominciò a lavorare nel largo Carlo Felice (dove attualmente c'è la Banca d'Italia). Di quegli anni è rimasta soltanto l'intitolazione di una via (del Mercato vecchio, appunto) e il ricordo dei piccioccus de crobi , i piccoli trovatelli che, quando non facevano i fattorini (trasportando la spesa dei signori sui crobi , le ceste), si dedicavano a piccoli furti.
Ricordi sbiaditi dal tempo. Anche perché il presente è, comunque, impressionante. «In certi momenti, dentro al mercato ci sono state ventimila persone». Praticamente una media città sarda, secondo i dati forniti dal direttore Giovanni Musu. E anche il numero degli operatori del mercato di San Benedetto ha le dimensioni di una grande azienda sarda: ci sono 238 concessionari (in ogni box lavorano, mediamente, due, tre persone), una sessantina di ambulanti. A questi vanno aggiunte le persone che operano nelle due edicole, nelle cinque banche. «Si arriva ad almeno un migliaio di persone che vivono grazie al mercato», afferma Musu.
Costruito verso la fine degli anni '50, il mercato di San Benedetto è considerato il più grande mercato coperto d'Italia e uno dei maggiori d'Europa, con i suoi 8000 metri quadrati. Non a caso, è segnalato in tutte le guide turistiche su carta e on line che lo considerano uno dei poli d'attrazione della città. «Il mercato di San Benedetto è citato in seimila siti», dice con orgoglio Musu.
L'avvento dei centri commerciali ha, ovviamente, finito con il penalizzare il mercato. I cagliaritani, comunque, continuano a frequentare quello che viene considerato il mercato per antonomasia. A dirlo, ancora una volta, sono i numeri. «Qualche anno fa», riprende Musu, «abbiamo effettuato un rilevamento: abbiamo calcolato che, mediamente, entrano millecinquecento persone all'ora, nei giorni normali. Nei periodi di punta, sono passati per i cinque ingressi anche tremila persone». Numeri da capogiro. Purtroppo è grande anche il numero legato al rilancio definitivo dello spazio. «Servirebbe un milione e mezzo di euro. Chissà come potrà essere recuperato», conclude quasi sconsolato Musu. ( mar.co. )
16/04/2010