Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Schumann e Brahms per dare anima al recital

Fonte: La Nuova Sardegna
14 aprile 2010

MERCOLEDÌ, 14 APRILE 2010


Ian Bostridge e Graham Johnson protagonisti della stagione concertistica al Lirico


GABRIELE BALLOI

CAGLIARI. I tedeschi lo chiamano Lied e lo scrivono sempre maiuscolo. Di regola non sarebbe traducibile, ma grosso modo corrisponde al nostro canto, o lirica.
Neppure l’inglese “song” o il francese “chanson” potrebbero darsi fino in fondo come termini corrispettivi. Anche perché il Lied, alle sue spalle, ha una precisa e lunga storia evolutiva che dalle forme più antiche di età carolingia, passava poi per il Minnesang, ispirandosi ai trovadori e ai canti d’amore cavallereschi, monodico e con accompagnamento strumentale; mentre fra il ’400 e il ’500 divenne polifonico, per ritornare gradualmente alla monodia durante il ’600. Sopravvisse al predominio operistico, riuscendo via via nel ’700 a emanciparsi dal “basso continuo” per approdare finalmente all’accompagnamento pianistico.
Ad Haydn, Mozart e Beethoven si devono i migliori risultati in ambito preromantico. Sarà Schubert, tuttavia, a inaugurare l’epoca d’oro del Lied, portandolo a una bellezza e perfezione forse mai superate. Così durante l’Ottocento tutti i romantici tedeschi si cimentarono nel genere liederistico, ed in primis Schumann e Brahms.
A questi ultimi era dedicato, sabato al Comunale, un intero recital che ha visto impegnati, per la Stagione concertistica del Lirico e il X Festival di Sant’Efisio, il tenore Ian Bostridge e il pianista Graham Johnson. Una vasta e raffinata cernita che attingeva da varie raccolte: «Fünf Lieder und Gesänge» op.127, «Vier Gesänge» op.142 e, in toto, «Liederkreis» op.24 di Robert Schumann; invece «Sechs Lieder» op.85, «Vier Lieder» op.96 e «Neun Lieder und Gesänge» op.32 per quanto riguardava Johannes Brahms. Protagonista, poi, per la maggior parte dei testi Heinrich Heine, considerato da molti il più grande poeta tedesco dopo J.W.Goethe: autore disincantato e ironico da una parte, nostalgico e mesto dall’altra, raccolse tutte le sue liriche scritte fino al 1827 - e adoperate pertanto da Schumann e Brahms - nel «Buch der Lieder) (Libro dei Canti) subito dopo un soggiorno in Inghilterra. Britannici, fra l’altro, sono proprio i due artisti sul palco: Bostridge e Johnson, che è stato allievo di Gerald Moore.