Amministrative, in campo la stessa alleanza delle regionali 2009
Il Partito sardo chiuderà in tutte le province accordi con la coalizione che governa la Regione.
Lo scenario nazionale, dopo l'ultimo successo politico per il centrodestra, rasserena il clima della coalizione di maggioranza. I sardisti non scapperanno sul territorio, l'Udc resta in squadra, i Riformatori chiedono quello che spetta a chi ha sempre remato con dedizione. E il Pdl resta in ascolto, un (quasi) silenzio che tormenta gli alleati, in attesa di sapere quante caselle vorrà occupare il partito di Silvio Berlusconi. Ieri, il vertice della maggioranza regionale ha prodotto un risultato: il Partito sardo d'Azione non farà accordi con il centrosinistra, ci sono le condizioni «perché si chiuda col centrodestra», dice il segretario nazionale.
Spuntano fuori i primi nomi, qualche ipotesi risulta difficilmente percorribile (Emilio Floris fuori dal suo municipio), solo l'ipotesi di un frazionamento del centrosinistra in alcune province potrebbe allettare qualcuno (l'Udc, i delusi di Pdl e Pd) a mettere in piedi liste civiche trasversali.
COSA SUCCEDE Il tempo stringe, quel primo maggio (ore 12), giorno in cui le liste dovranno essere depositate, è vicinissimo. L'alleanza di centrodestra ha deciso - ancora una volta - di rinviare a un altro vertice, mercoledì 7 aprile, l'ultimo giro di pareri, prima di pensare solo ai nomi. Ma l'aria è cambiata, la voglia di fuga e di provare nuovi scenari sembra svanita. I comitati provinciali del Partito sardo, uno dopo l'altro, hanno comunicato al segretario Giovanni Colli che il cartello elettorale che ha vinto un anno fa si può riproporre. È la notizia che il coordinatore del Pdl, Mariano Delogu, aspettava da un paio di settimane.
IL PDL Il partito leader, rappresentato ieri anche dal deputato Salvatore Cicu e dal capogruppo in Consiglio, Mario Diana, non ha ancora comunicato in quali piazze vuole collocare i suoi candidati: «Inseguiamo un obiettivo comune», dice Cicu, «proporre agli elettori una coalizione omogenea su tutto il territorio. Con programmi che seguono quello della Regione». Cicu sottolinea: «Mercoledì sarà un giorno chiave, al coordinamento regionale del Pdl seguirà, di pomeriggio, un altro vertice del centrodestra, dove si affronteranno i temi legati ai singoli territori».
GLI ALLEATI L'apertura dei sardisti all'attuale maggioranza è vincolata: «Dagli incontri che abbiamo avuto con le federazioni, si può dire che si chiuderà in tutte le province col centrodestra», dice Giovanni Colli, «ovviamente, solo davanti a precisi impegni programmatici». Il Consiglio nazionale del partito si riunirà il 10 aprile «e oltre non si può andare». Le liste: «Ci stiamo lavorando da tempo», chiude Colli.
L'Udc supera il bivio di una scelta sofferta - possibili accordi locali col Pd - accogliendo con favore la svolta dei Quattro mori. Se a livello nazionale, il partito di Casini ha scelto di regione in regione l'alleanza più conveniente, nell'Isola non sarà seguita la stessa strada, nel nome di un rapporto fra Cappellacci e Oppi sempre più saldo. Lontano dal vertice, ieri circolava l'ipotesi di possibili accordi sul piano locale, fra l'Udc, fuoriusciti del Pd e del Pdl, per animare liste civiche in alcuni Comuni di peso, ipotesi che nel corso della serata ha perso peso.
I NOMI Il caso Emilio Floris: servirebbe una legge regionale “speciale” e velocissima per permettere al sindaco di Cagliari di scendere in campo e di evitare alla città dodici mesi di commissariamento. Sul fronte delle amministrative, i Riformatori hanno chiesto di piazzare un loro candidato sindaco a Iglesias (Frongia) o a Quartu (Marini). L'Udc pensa a Perseu per Iglesias e accantona (per ora) l'ipotesi Gaviano in provincia. L'Mpa propone Galantuomo per Quartu, già sindaco della stessa città per Forza Italia. In provincia di Cagliari, due le alternative a Massidda, targate Riformatori: Giagoni e Onorato.
ENRICO PILIA
02/04/2010