Villanova.
Ieri un tuffo nella storia cittadina tra sacralità e leggenda
Un tuffo nella storia di Cagliari, tra sacralità e leggende, nel giorno delle domenica delle Palme. Per riscoprire gli antichi riti pasquali della città, il gruppo Cavità cagliaritane e l'associazione Turisti per Cagliari hanno organizzato ieri un tour nel centro storico della città.
VILLANOVA Prima tappa al chiostro di San Domenico, parte dell'adiacente e antico monastero costruito dai domenicani, che tuttora custodiscono la chiesa. Il chiostro è ancora oggi testimonianza del tribunale dell'Inquisizione spagnola nel cuore di Villanova. Raccontata anche la leggenda secondo cui gli abitanti del rione (agricolo, ricco di panifici e molto religioso), vennero soprannominati “inforra Christus” proprio per aver bruciato un simulacro sacro in mancanza di altra legna per i forni.
S. GIACOMO Poco distante altri segni dei riti pasquali organizzati dalle confraternite della città. A San Giacomo, ad esempio, un murales ricorda la Passione di Cristo mentre all'esterno della chiesa si vedono i festoni viola, colore pasquale per eccellenza. E proprio nelle vicinanze della piazza, in passato si vendevano le pardule preparate dalle donne del quartiere, con i ragazzini urlanti che andavano per la città a venderle.
S. CESELLO Sempre a Villanova c'è un'altra chiesa ricca di storia. San Cesello, oggi in via San Giovanni, sorgeva vicina alla porta Cavagna (dal nome della cesta usata dai contadini) che collegava il quartiere alle vicine campagne e di cui c'è traccia in un dipinto dell'altare. Oggi è abitata dalle suore di clausura “Sacramentine” che preparano ostie per tutta la Sardegna.
S. GIOVANNI Ma la chiesa che più di tutte mantiene la tradizione dei riti quaresimali è quella di San Giovanni. Ogni anno, in occasione della domenica delle Palme, si ripete il rito della rimozione del Cristo dalla parete tra la commozione generale. Il simulacro rimane poi esposto all'adorazione dei fedeli sino al Venerdì Santo, quando viene portato in processione in Cattedrale. E secondo una leggenda, se non ritorna a San Giovanni entro una certa ora, il crocifisso dovrà restare a Castello. Cosa che in questi secoli non è mai successa. ( an. ber. )
29/03/2010