I Comuni alla Regione: il servizio resti pubblico, altrimenti le tariffe saranno più care
«La Regione eviti la privatizzazione dell'acqua e, sul fronte dei rifiuti, crei un sistema di smaltimento efficiente con costi più bassi, a vantaggio dei cittadini contribuenti». È l'appello lanciato dall'Anci Sardegna in occasione dell'assemblea dei sindaci che si è svolta ieri a Cagliari.
L'ACQUA L'associazione che rappresenta i Comuni dell'Isola dice no alla privatizzazione della risorsa idrica: ipotesi resa possibile dal decreto legge 135/2009 che prevede la cessazione delle gestioni “in house” (come quella di Abbanoa, gestore unico d'ambito) dal 31 dicembre 2011, e il loro passaggio a società private o miste (nelle quali il privato ha una quota del 40%). «Questo determinerebbe un monopolio delle acque», ha ricordato il presidente dell'Anci Tore Cherchi, «lasciando il totale controllo e dominio sulle acque alle società per azioni multinazionali internazionali che per loro natura devono fare affari commerciando prodotti e servizi: l'interesse di un'azienda non sono i principi di solidarietà e le popolazioni, ma gli azionisti e il fatturato». Su questo il rappresentante dell'Anci è irremovibile: «Si capisce che tutto ciò generi aumenti tariffari non controllati e qualità del servizio non sicuramente migliore ed efficiente», ha aggiunto.
LE DEROGHE Ma la stessa normativa, ricorda l'Anci, prevede delle deroghe: in situazioni eccezionali, quando le peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche del territorio non permettono un efficace e utile ricorso al mercato, l'affidamento può avvenire a favore di una società a capitale interamente pubblico, partecipata dagli enti locali. Ed è questa la strada che l'Anci chiede alla Regione di percorrere.
I COSTI L'allarme sui rifiuti riguarda invece la crescita dei costi di raccolta e smaltimento, e di conseguenza delle tasse a carico degli utenti: 150 euro pro capite. Inoltre, il riciclo domestico dei rifiuti organici è disincentivato, gli impianti di smaltimento e compostaggio sono insufficienti, mancano procedimenti di evidenza pubblica per individuare gli impianti di smaltimento che aumentano le tariffe più di quanto richiederebbe il tasso d'inflazione.
NICOLA PERROTTI
26/03/2010