Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Isgas, il tribunale salva il Comune

Fonte: L'Unione Sarda
22 marzo 2010


Dichiarata nulla la clausola del contratto che ha stabilito i criteri per l'indennizzo
Il Municipio non dovrà pagare 42 milioni ai gestori della rete
Il Comune non dovrà pagare alla Isgas l'indennizzo di 42 milioni.
Il Comune non dovrà pagare alla Isgas l'indennizzo di 42 milioni di euro stabilito sulla base di un contratto transattivo siglato nel 2005. Lo ha stabilito il tribunale civile che ieri, accogliendo le eccezioni degli avvocati dell'amministrazione civica (Carla Curreli e Antonello Angioni), ha sentenziato la nullità dell'articolo 13 della transazione, quella che aveva fissato i criteri per giungere a quel risarcimento.
Il tribunale (presidente Grazia Bagella) ha poi aggiornato la causa a metà giugno per l'affidamento di una consulenza tecnica che dovrà stabilire l'entità del nuovo indennizzo. Che sarà stabilito non più, come previsto dal contratto del 2005, sommando investimenti effettuati, ammortamenti e risultato economico di esercizio meno i contributi pubblici a fondo perduto, ma in base a criteri di stima industriale, come sancito dalla norma in vigore, un regio decreto del 1925.
VICENDA COMPLESSA La decisione giunge a un solo giorno dalla sentenza di giovedì con cui il Tar ha detto no all'annullamento, chiesto dai legali di Isgas, della procedura d'urgenza per l'affidamento provvisorio del servizio di distribuzione del gas di città. Una sentenza («un altro importante round a favore del Comune», è il commento dell'assessore agli Affari legali Giuseppe Farris) che consente di avvicinarsi alla fine di una storia così contorta da impedire da anni di indire una gara d'appalto e da indurre il sindaco, a fine 2008, ad inviare gli atti alla procura, che si appresterebbe ad archiviare il fascicolo.
LA RICOSTRUZIONE La vicenda inizia nel '94. Il Comune è governato dal commissario straordinario, Renzo Maniscalco, quando viene indetta una licitazione privata per la realizzazione della rete di gas cittadina e la gestione della distribuzione. La gara viene aggiudicata a Conscoop e Cis (poi Isgas) che l'11 maggio 1995 firmano il contratto per la concessione trentennale del servizio. La società avrebbe ottenuto dallo Stato un finanziamento pari al 45% dell'importo ma avrebbe dovuto versare al Comune l'11,5% del guadagno derivante dall'erogazione del gas. Contro l'aggiudicazione dell'appalto fa ricorso al Tar Italgas-Metano Sarda (poi Medea spa) che perde in primo grado ma vince in appello davanti al Consiglio di Stato.
Nel maggio 2001 la gara viene aggiudicata alla Italgas, alla quale il Comune chiese fideiussioni a garanzia dei lavori. Ma la società non le firma e, nel 2002, i lavori vengono affidati alla Isgas in via provvisoria. Nel frattempo il Comune decide di bandire una gara pubblica e la Isgas presenta il conto delle opere e della lunga gestione: 26 milioni. Il Comune nomina un consulente che conclude che Isgas ha ragione e suggerisce di transigere. La Giunta comunale delibera in quel senso e il Comune si impegna con un contratto a versare 26,5 milioni di euro. Ma viene presa anche un'altra decisione: quando fosse stata indetta la gara (che a quei tempi prevedeva concessioni sino a 30 anni), il bando avrebbe dovuto prevedere che la ditta aggiudicatrice si sarebbe dovuta accollare il debito del Comune verso la Isgas.
APPALTO BLOCCATO Una condizione che, di fatto, bloccava (e blocca) l'appalto. Perché a queste condizioni nessuna società vincitrice, soprattutto oggi che le norme stabiliscono che le concessioni per pubblici servizi non possano durare oltre 12 anni, è interessata a partecipare, visto che si dovrebbe accollare un debito salito a oltre 42 milioni di euro (22.197.475 maturati tra il maggio 2005 e dicembre 2002 e circa 20 milioni tra il 2003 e settembre 2006, quando è stata ultimata la rete del gas) semplicemente perché non ci rientrerebbe. Ecco perché il Comune, ritenendola contraria alle norme di ordine pubblico economico, ha rivisto la sua posizione sui criteri di calcolo degli indennizzi annullando la transazione. Ed ecco perché il tribunale civile ha annullato l'articolo 13 di quell'atto: Comune e Isgas non potevano stabilire che chi si aggiudica una gara deve pagare un prezzo così alto. Solo quando saranno quantificati i nuovi indennizzi il Comune potrà bandire una nuova gara d'appalto. Per ora l'affidamento può avvenire solo in via provvisoria. Per nove mesi.
FABIO MANCA

20/03/2010