Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Rifiuti, la nuova tassa non piace

Fonte: L'Unione Sarda
18 marzo 2010

I sindaci non hanno ancora deciso se aderire alla Tariffa d'igiene ambientale che sostituirà la Tarsu

I Comuni sardi: costi troppo alti per i più poveri
Polemiche sulla tassa che sostituirà la vecchia Tarsu comunale. La denuncia dell'Anci: la Tariffa di igiene ambientale peserà sui più poveri.
Il decollo appare difficile per la nuova tassa sui rifiuti. In Sardegna, nessun Comune ha aderito alla Tariffa di igiene ambientale (Tia). C'è tempo fino al 30 giugno prossimo per cambiare idea (data ufficiale per l'entrata in vigore del nuovo tributo che sostituirà la vecchia Tarsu). Eppure, le amministrazioni isolane non sembrano ben disposte.
LA DIFFERENZA Secondo il presidente regionale dell'Anci, Salvatore Cherchi, la nuova tariffa rischia di essere una mazzata per le famiglie più povere. «La Tarsu, che considerava i metri quadri dell'abitazione nel calcolo degli importi, consentiva di scaricare, in parte, i costi del servizio di raccolta e smaltimento sul bilancio comunale», spiega Cherchi. «Con la Tia sarà impossibile fare questa compensazione». Il motivo? «Le spese del servizio», precisa Cherchi, «saranno totalmente a carico dell'utente, che pagherà non più in base ai metri quadri su cui vive, ma in base a quanta spazzatura produce». Il presidente regionale dell'Associazione nazionale dei comuni fa un'ipotesi: «Da domani, una famiglia di quattro persone che vive in un bilocale da cinquanta metri quadri - e che quindi ha presumibilmente un reddito basso - pagherà una tassa più elevata rispetto a prima».
I COSTI In cifre «si può arrivare a una bolletta di 600 euro all'anno per tonnellata prodotta», osserva ancora Cherchi. «Una somma decisamente superiore a quella che si spende mediamente con la vecchia Tarsu». Ma il problema è anche un altro: sulla nuova Tia inciderà quello che già da un po' di tempo sta pesando sulla Tarsu, ossia la spesa del servizio. «Negli ultimi anni il costo per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti è cresciuto del 10%: se non si pone un freno a questo exploit, le bollette diventeranno sempre più salate». Per Cherchi, ad esempio, sarebbe necessario spezzare il monopolio della Regione sullo smaltimento dei rifiuti, aprendo ai privati la gestione del servizio e rendendolo in questo modo efficiente».
LE NORME Nel frattempo, l'Anci spinge per un provvedimento di legge «chiarificatore e semplificatore». «La tesi che dal primo gennaio 2010 la Tarsu sia definitivamente abrogata e che quindi i Comuni non siano più legittimati ad utilizzarla», si legge in una circolare esplicativa dell'Anci, «si basa su una interpretazione non condivisibile della normativa sul regime transitorio a suo tempo emanata in materia di passaggio alla nuova Tia». Secondo l'Anci, dunque, chi non ha ancora scelto la tariffa di igiene ambientale - istitutita con il decreto Ronchi (dlgs 22/97) e modificata dal Codice dell'ambiente nel 2006 - può tranquillamente applicare la vecchia Tarsu, fino all'arrivo dei regolamenti attuativi (previsti entro il 30 giugno 2010) che daranno il via alla Tia.
I NUMERI Ma le perplessità dei Comuni sardi si ritrovano anche a livello nazionale. Non si spiegano altrimenti le poche adesioni alla nuova tariffa. Fino ad oggi, conferma l'Anci, sono soltanto 1.193 le amministrazioni locali che hanno optato per la Tia, il 15% del totale (i Comuni italiani sono 8.100).
LANFRANCO OLIVIERI

18/03/2010