Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Stop a nuovi parchi eolici Per le fonti alternative nasce Sardegna Energia

Fonte: La Nuova Sardegna
15 marzo 2010

SABATO, 13 MARZO 2010

Pagina 2 - Fatto del giorno






PIER GIORGIO PINNA

CAGLIARI. Ordine nel caos: è all’insegna di questa parola d’ordine per introdurre norme chiare nel Far West delle rinnovabili che la Regione vara una riforma di sistema contrassegnata da precisi punti fermi. Una rivoluzione. E, forse, la fine degli incubi di tanti ambientalisti. Oltre che degli abitanti dei centri costieri, preoccupati per la deregulation sulle piattaforme offshore, e non solo.
Nell’isola il primo punto fermo sarà il blocco di tutte le autorizzazioni sui parchi alimentati dal vento. Fatti salvi, come appare naturale, i diritti acquisiti da chi ha già concluso ogni procedura amministrativa per i suoi progetti. Il secondo punto è la nascita dell’agenzia Sardegna Energia. A totale partecipazione pubblica, gestirà e realizzerà per conto della Regione i nuovi impianti di energia eolica, termica, fotovoltaica e da biomasse. Sulla questione l’esecutivo di centrodestra ha approvato tre delibere. Vincolano le wind farm alla costituzione in proprio dei parchi di rinnovabile. Dalle restrizioni rimangono perciò esclusi l’autoproduzione e l’autoconsumo, come nel caso delle opere programmante a Portovesme.
In una conferenza stampa di tutta la giunta il presidente ha spiegato come l’Agenzia sarà istituita nell’ambito del disegno di legge su un campo che negli ultimi mesi ha suscitato dure prese di posizione. Soprattutto contro «sviluppatori» di eolico accusati di agire solo per drenare denaro pubblico.
«La mobilitazione popolare e istituzionale ha respinto l’assalto, adesso occorre eliminare una volta per tutte il pericolo di nuove invasioni»: così il deputato del Pdl Mauro Pili. Il quale ha aggiunto: «Serve un pronunciamento costituzionale che possa fare chiarezza sulla materia paesaggistico-demaniale. Sarebbe sbagliato non prevenire incursioni in altri campi. Un conflitto di attribuzioni davanti all’Alta Corte segnerebbe un passo decisivo nella piena affermazione dell’autonomia regionale».
D’ora in avanti, riguardo ai progetti offshore, la giunta esprimerà tramite il suo ufficio legale parere negativo per qualsiasi struttura lungo le coste. «Ringrazio quegli imprenditori che volevano investire sull’eolico, ma pensiamo di fare da soli», ha puntualizzato il governatore. Sintetizzando poi le particolari misure approvate.
«Gestire gli interventi in proprio è l’unica strada per sganciarci dall’assalto dei cosiddetti signori del vento e far sì che le risorse e i benefici restino nelle tasche dei sardi e dei territori dell’isola - ha aggiunto - I progetti potranno essere realizzati nelle aree industriali e retroindustriali, rispettando così l’ambiente, il paesaggio, le ricchezze della nostra regione».
No secco, dunque, agli impianti nei tratti di mare di fronte ai litorali, a prescindere dalla distanza. «Da subito diamo mandato agli uffici legali per attuare tutte le azioni utili per opporci a qualunque tipo di realizzazione di parchi eolici offshore, notificando nello stesso tempo alle capitanerie di porto una diffida che contiene il dissenso radicale della Regione», ha chiarito Cappellacci.
La questione della competenza demaniale, e quindi governativa, sarà infatti logicamente superata da un aspetto tecnico che finora non era mai stato evidenziato a sufficienza. Esiste da tempo il divieto di «spine energetiche» sulla costa. E, senza la possibilità di riversare sulla terraferma i megawatt prodotti, qualsiasi piattaforma costruita in acqua risulterà non remunerativa, se non addirittura antieconomica.
Riguardo poi al progetto specifico della Trevi Energia Spa davanti al Golfo degli Angeli, il presidente ha svelato alcuni dettagli di un colloquio telefonico con il titolare dell’impresa: «Gli ho spiegato che la condizione per incontrarmi è che si parli di un preliminare atto di rinuncia al progetto».
«D’altra parte, stando al programma presentato, l’impianto insiste su un banco di posidonia, una pianta tutelata da specifiche normative comunitarie - ha sottolineato l’assessore regionale all’Urbanistica, Gabriele Asunis - Non è inoltre in linea con quanto prescritto dal Piano Casa e dal Piano paesaggistico regionale la realizzazione delle opere collegate». Creerebbe infine difficoltà alle navi e al sorvolo di aerei ed elicotteri (con 100 metri di basamento più 30 di pale).
«Su questo punto non bastano le rassicurazioni di Cappellacci: la Regione deve impugnare la procedura di autorizzazione avviata dalla Capitaneria - ha però dichiarato in serata il consigliere del Pd Chicco Porcu - Perciò la nostra mobilitazione continua: lunedì alle 18.30 il Comitato per il No promuove un incontro pubblico al THotel di Cagliari».