LUNEDÌ, 15 MARZO 2010
Pagina 19 - Cronaca
Già fatta a Pirri parte delle opere necessarie per evitare i danni di nuove alluvioni, ma «l’impegno del Comune non deve finire»
CAGLIARI. Il 22 ottobre 2008 l’alluvione colpiva Capoterra, Sestu e Pirri. La periferia di Cagliari veniva allagata con danni ingenti alle case costruite alla confluenza di antichi torrenti. Adesso è tempo di indenizzi, due settimane fa il Comune ha mandato i funzionari con un camper vicino alle persone colpite per dare conto dello stato delle pratiche e quindi rispondere sui quesiti che a distanza di due anni ancora ci sono perché le informazioni sui rimborsi non sono sempre state lineari. Si è formato un comitato di cittadini che ha promosso vari incontri anche con gli assessori del Comune per sapere cosa verrà fatto affinché in futuro le prossime piogge non debbano provocare disastri come quello del 22 ottobre. Resta comunque in piedi l’idea che in quelle zone non si dovesse costruire: «Tutte queste - racconta Tonio Vincis, artigiano di Stampace venuto ad abitare a Pirri in una delle case poi alluvionate - che sono abitazioni moderne sono state costruite in zone un tempo evitate da chi si voleva costruire la casa a Pirri. C’erano delle carte che mostravano la caratteristica alluvionale di questi terreni. Erano carte militari: alcuni le conoscevano, altri sapevano per consapevolezza popolare diffusa, che in certe zone non bisognava costruire perché si allagavano. Tutto questo è stato spazzato via negli ultimi vent’anni, qualcuno aveva sostenuto che la colpa degli allagamenti fosse anche della città mercato di Pirri che aveva creato uno sbarramento e invece i sopralluoghi hanno dimostrato che non è così. Con l’alluvione qualcosa a che fare ce l’hanno avuta le fogne non pulite, i lavori che avevano ostruito alcuni passaggi di deflusso naturale dell’acqua, quindi una scarsa manutenzione». Anche la facilità con cui sono state rilasciate le autorizzazioni per costruire scantinati è finita sotto accusa e per rimediare nello studio idrogeologico condotto dall’università sono stati previsti alcuni sistemi di pompaggio dell’acqua a monte. Il problema sul quale sta vigilando il comitato ora riguarda le risorse economiche: alcuni lavori sono stati già fatti, ma bisogna finirli altrimenti il pericolo non è definitivamente scongiurato. Altra questione: i cittadini chiedono che coloro i quali hanno venduto (meglio: svenduto) la casa dopo l’alluvione e, prima di vendere, avevano riparato qualcosa, non debbano restituire i rimborsi ottenuti. E’ vero che la casa non è più loro, ma i danni c’erano e sono stati riparati.